Quando il bambino non mangia

Potete preparare in modo divertente i piatti per il vostro bambino. E così le verdure ed il pesce diventano figure divertenti.

Uno dei crucci più frequenti quando si parla di bambini riguarda il cibo. “Mio figlio non mangia niente” è una frase tra le più pronunciate dalle mamme. E la cosa strana è che nella maggior parte dei casi questo non è vero! magari il bambino non mangia quanto la mamma vorrebbe ma mangia il quantità suffiente per la sua corporatura e per una crescita corretta. E così il momento del pasto diventa la “sfida”, il momento che sentenzierà se la giornata sarà buona o meno, il momento capace di tasformare gli umori di tutti. Insomma quello che dovrebbe essere il momento tra i più gioiosi della giornata si trasforma in un momento di tensione. Ma perchè il bambino non mangia? C’è una motivazione che parte da una causa particolare o l’appetito “gli passa” per un qualche motivo?

Ci sono molti modi  per far passare ad un bambino la voglia di mangiare e quasi tutte vengono messe in opera prima o dopo dai genitori, dai nonni e dagli zii che, ovviamente in buona fede, non possono vedere il bambino che non pulisce il piatto e quindi insistono con quella frase “mangia, dai mangia” oppure ricattano ” se mangi tutto ti porto al parco, o ancora, minacciano  “se non mangi non giochi” oppure supplicano “mangia per favore, ti prego fai contenta la mamma, mangia”.
Prima di farlo è bene ricordarsi che il bambino ha scarse possibilità di difesa contro le iniziative degli degli adulti. Non può, per intenderci, cavarsela con un “no grazie”, oppure con un “basta così oggi mi sento un pò pesante”. E’ costretto a contrattare, a ingerire per forza di cose, a subire gli stress che vengono imposti da genitori e nonni. Per questo motivo, tranne che per casi particolari, è indispensabile non insistere per fare mangiare il bambino se non si sente di farlo.
E’ ovvio che un bambino inappetente non è certo un’eperienza felice. Specie se all’inappenza non si riesce a dare una motivazione apparente. Perchè l’inappetenza può avere diverse cause: il preludio di una febbre, uno stato di agitazione o, semplicemente, il bimbo sta mettendo i denti, o, ancora, il bambino non si sente (così come può capitare a noi adulti) di mangiare altro.
Per “combattere” l’inappentenza del bambino, una volta appurato che non sia causata da motivi di salute si deve innanzitutto avere pazienza. La pazienza di non insistere e di non forzare il bambino a mangiare se non ha voglia, pena? l’appetito passa del tutto.
Il momento del pasto deve diventare un momento di incontro, un momento felice e piacevole e non una tortura nella quale la parola “mangia!” diventa l’incubo del bambino. Quindi tutti a tavola con il sorriso, possibilmente con la televisione spenta e con tante cose da raccontarsi. Spesso la tavola si trasforma invece in una sorta di aula di tribunale nella quale i genitori spesso sfogano angoscie ed ansie. Se a tavola c’è un bambino questo va assolutamente evitato altrimenti si incorre nel pericolo di fare associare al bambino il momento del pasto in un momento di tensione.
La tavola deve rappresentare per il piccolo serenità, allegria, buon umore. Quindi oltre la pazienza occorre portare a tavola il sorriso. Anche i colori dei piatti, dei bicchieri, della tovaglia sono elementi capaci di rallegrare e mettere il buonumore. Non serve utilizzare piatti firmati con le facce dei personaggi dei cartoni. E’ sufficiente una tovaglia colorata, dei simpatici piatti colorati e magari dei bicchieri di plastica colorata ed il gioco è fatto!
Un’altra cosa molto importante da tenere presente è che il bambino non va distratto dal suo pasto. Pulirlo continuamente mentre mangia, accomodargli il bavaglino, dire continuamente “attento a non sporcarti”, sistemarlo sulla sedia sono tutte operazioni che è meglio evitare. Non importa se il bambino si sporca durante il pasto. Imparerà con il tempo a stare composto a tavola e a non spocarsi troppo. Fategli toccare il cibo, non imponetegli un rigore troppo rigido altrimenti vedrà lo stare a tavola come un momento di “lezione”. Lui deve “vivere” e conoscere il cibo e se per questo gli servono le mani, che le usi pure. Imparerà che con la forchetta sarà molto più semplice e divertente.

Il modo di presentare i cibi è un altra maniera per invogliare il bambino a mangiare. Il famoso detto “anche l’occhio vuole la sua parte” vale anche, e soprattutto, a tavola. Quindi spulciate in giro ricette per cucinare le vedure e trasfomare sedano, carote e spinaci in divertentissime figure tutte da divorare.

Un altro suggerimento è quello di non riempire troppo il piatto del bambino. A versare un’altra porzione siete sempre in tempo. Spesso il bambino si scoraggia difronte a porzioni degne di un adulto

Chi dice che non bisogna giocare a tavola non dice esattamente il vero. Dipende dal gioco che si fa. Certo, non va bene lanciarsi il cibo o fare versi strani mentre si pranza (rischiando tra l’altro che il cibo vada di traverso) ma divertirsi con parsimonia mentre si mangia è consigliato se questo invoglia il bambino a mangiare. Non serve fare l’aereoplanino, ma magari si possono contare le pennete che si mangiano e fare a gara a chi ne mangia di più (considerando sempre che si deve mangiare con calma), oppure trovare un altro diversivo che invogli (non che obblighi) il bambino a mangiare.
Le distrazioni non sono solo  le vostre raccomandazioni e le vostre sistemazioni ma sono anche le telefonate che è doveroso evitare durante pranzo e cena. Se potete non rispondete al telefono durante quei momenti, se potete abbassate la suoneria in modo che nessuno disturbi la vostra cena o il vostro pranzo.

L’inappetenza si combatte anche con il buon esempio. Il bambino tende ad imitare i grandi, quindi se voi mangiate con piacere un bel piatto di pasta il bambino tenderà ad imitarvi. Per questo motivo è importante che il bambino abbianel piatto le vostre stesse cose. Ovviamente stiamo parlando di bambini già svezzati completamente. E se non può essere il bambino a mangiare ciò che mangiate voi, sarete voi a mangiare ciò che mangia il bambino. E’ infatti logico pensare che il bambino, anche se svezzato, non può consumare tutti i cibi da adulti (vedi i funghi o i fritti ad esempio), quindi saranno gli adulti a consumare cibi più sani, gli stessi che mangia il bambino. Se il piccolo vedrà gli altri che mangiano come lui sarà più invogliato.
Altro importantissimo accorgimento è quello di fare attenzione ai “fuori pasto”. Certo la merenda va fatta ed è fondamentale, ma va fatta ad orari stabiliti e non certo un paio d’ore prima del pasto principale. E’ anche doveroso evitare in prossimità dei basti le bevande gasate (che a dire il vero andrebbero evitate sempre) e le bevenze con zucchero. Perchè anche un bicchiere di succo di frutta mezz’ora prima di cena ha la capacità di togliere l’appetito.
Quindi bere tanto, ma che si tratti di acqua.
Anche dolciumi e caramelle hanno il potere di rovinare l’appetito, quindi somministrare di continuo caramelle o dolcetti al bambino oltre che non essere salutare rischia di rovinare l’appetito.

Un altro modo per avvicinare il bambino al momento del pranzo con amore è quello di coinvolgerlo il più possibile. Dall’apparecchiare la tavola (ovviamente incaricandolo di portare tovaglioli e oggetti che non si rompono), alla preparazione del cibo magari facendolo mescolare l’impasto per i dolci o per la pasta (senza farlo mai avvicinare ai fornelli né alle pentole calde), il bambino che si sente coinvolto nella preparazione del pasto di certo attenderà con fervore il momento il cui il suo contributo sarà apprezzato dai componenti della famiglia. Il tutto deve avvenire con il sorriso senza mai forzare il bambino.

Tenete d’occhio i piatti che vostro figlio apprezza maggiormente, preparateli frequentemente ma sempre continuando a proporre anche le portate che non apprezza ancora. Imparerà, a poco a poco, a mangiare di tutto.

Riassumendo: se il bambino non mangia non bisogna forzarlo. Ci sono poi accorgimenti indispensabili perchè il momento del pasto sia un momento piacevole. L’atteggiamento dei genitori è fondamentale perchè il pasto non diventi un problema. Ma anche dei piccoli trucchi da utilizzare per invogliare ed avvicinare il bambino alla tavola.

La serenità è l’ingrediente fondamentale per affrontare l’inappetenza del bambino. Anche se soffrite del fatto che vostro figlio non mangia quanto voi vorreste, cercate di “mettervi nei suoi panni”, il bambino non si mette a dieta per dimagrire, se non mangia c’è un motivo e va rispettato.  Se si tratta di semplici capricci o di un modo per attirare l’attenzione su di sé a maggior ragione dovete cercare di dare, almeno in apparenza, meno importanza possibile a questa cosa. E con il sorriso a tavola, il buonumore, l’assenza di facce timorose che il bambino patisca la fame, l’assenza di elementi di disturbo e piatti cucinati con amore in versione “bambino” vedrete che le cose miglioreranno, aggiungete la pazienza di aspettare e presto anche il vostro bambino diventerà un buongustaio.

Foto CC-BY  di magnabook

 

 

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