Argomento sempre, purtroppo, molto attuale quello che riguarda l’inquinamento atmosferico.
Quotidianamente o quasi sentiamo parlare nei telegiornali di smog, p10 e polveri sottili. Dati allarmanti, preoccupanti che quasi ci inducono ad uscire di casa il meno possibile laddove ci troviamo davanti al superamento dei limiti consentiti o che ci disincentivano all’utilizzo della bicicletta.
Vediamo di fare chiarezza sull’argomento e di capire cosa è meglio fare per proteggere la nostra salute da gli inquinanti dell’aria.
Cosa sono gli inquinanti dell’aria
Gli inquinanti, così come chiarisce l´Agenzia Europea per l´Ambiente, “sono sostanze che immesse direttamente o indirettamente nell´aria e nell´ambiente, possono avere effetti nocivi sulla salute umana o sull´ambiente nel suo complesso. Molte di queste sostanze possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica”.
Tra gli inquinanti che si possono trovare nell´aria i più comuni sono:
biossido di zolfo (SO2), biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO) , Ozono (O3), Benzene (C6H6)
polveri sottili (PM10 – PM2,5), poveri fini (PM10 – PM2,5)
Generalmente si parla per lo più di polveri sottili capaci di raggiungere le parti più profonde e anche più sensibili dei polmoni.
Il PM cos’è e come si classifica
Quando si parla di PM10 si parla di Particulate Matter (Materia Particolata) la principale produzione di PM10 è il traffico dei veicoli.
Il numero 10 indica il diametro che, in questo caso, è inferiore ai 10 micron (ossia a 10 millesimi di mm).
Un diametro davvero microscopico composto da frammenti di sostanze organiche ed inorganiche. Tra le prime troviamo fibre animali e vegetali, pollini, batteri, spore, tra le seconde metalli pesanti, fibre di amianto, solfati, nitrati, polveri di carbone e di catrame, ecc.
Ma c’è una polvere ancora più sottile del PM10: il PM 2,5 il cui diametro è uguale o inferiore a 2,5 micron. Date le sue dimensioni si tratta di una particella molto insidiosa che raggiunge facilmente gli alveoli polmonari.
Quindi: più il diametro è piccolo più strada “interna” percorre e quindi più è piccolo più è dannoso per la nostra salute.
I danni provocati da PM10e da PM 2,5
numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato i danni causati dal PM. A seconda dei composti chimici che compongono il PM, in particolare il PM 2,5, e della loro concentrazione si possono avere danni alla salute di tipo acuto (infezioni respiratorie, attacchi d´asma, disturbi circolatori e ischemici, in soggetti predisposti si può assistere all’aggravamento dei sintomi respiratori e cardiaci ) o di tipo cronico ( persistenza di tosse e catarro, bronchiti croniche, diminuzione della capacità polmonare).
Quali sono i limiti fissati per il PM10.
Ci sono dei limiti giornalieri fissati dall´UE, con direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 che per il PM10 non deve essere superiore a i 50 µg/m3 ,(questa soglia non deve essere superata oltre 35 volte in un anno).
Come proteggersi dal PM 10
Ogni volta che il limite minimo viene superato vengono adottate diverse misure: blocco traffico, targhe alterne etc.
Ma noi come possiamo proteggerci?. Attualmente l’unico modo per proteggersi dallo smog e dalle polveri sottili è quello di usare una maschera antismog.
Cosa sono e come funzionano le maschere antismog
Le maschere antismog o facciali filtranti rappresentano una valida ed efficace forma di protezione per le vie respiratorie, si tratta di un rimedio che va adottato soprattutto da chi è a contatto con l´inquinamento da traffico cittadino (vigili urbani, ciclisti, motociclisti)
Per essere efficaci le maschere antismog devono rispettare alcune fondamentali caratteristiche:
- devono essere marchiate EN 149
- devono avere una efficienza filtrante adeguata al tipo di esposizione.
I facciali filtranti sono infatti suddivisi in 3 categorie proprio in base alla efficienza filtrante minima che devono garantire e cioè:
- FFP1: Efficienza filtrante minima garantita 78 %
- FFP2: Efficienza filtrante minima garantita 92 %
- FFP3: Efficienza filtrante minima garantita 98 %
Come scegliere la maschera antismog
Nella scelta del facciale filtrante occorre tenere in considerazione diversi fattori:
- Il tipo di contaminante e la sua concentrazione
- Il tempo di esposizione
- Il suo utilizzo (se a piedi, in bicicletta, in moto)
Chi ha necessità di avere una protezione generica dal PM 10, ed ha un’ esposizione limitata durante la giornata, può orientarsi su un facciale di categoria FFP1; Chi sta per lungo tempo in mezzo al traffico cittadino (ad esempio vigile urbano o benzinaio) può usare la maschera protettiva categoria FFP2; Per situazioni di rischio elevato, per virus e batteri, per polveri la cui concentrazione è compresa tra 100 mg/m³ e 300 mg/m³ bisogna utilizzare un facciale filtrante FFP3.
Dove acquistare le maschere antismog: recensioni
I facciali filtranti sono Dispositivi di Protezione Individuale e sono dunque commercializzati da chi opera in questo settore. Le offerte a proposito sono tante e disparate, pertanto non è semplice districarsi ed evitare di incorrere nell’acquisto sbagliato. I principali errori che si compiono sono: scegliere il facciale inadeguato alle esigenze, spendere troppo, scegliere un facciale non certificato. Per questi motivi è opportuno rivolgersi a società specializzate che, oltre alla vendita, forniscono adeguata assistenza. Un ottimo rapporto qualità prezzo si trova con i facciali ICEA linea Refil.
foto dal sito ICEA