La primavera è un periodo di grande lavoro per chi ha il pollice verde:è il periodo più fiorito dell’anno, quello in cui iniziano i primi caldi ed occorre regolare le annaffiature, quello in cui si fanno le concimazioni, le semine e anche i travasi. Ma quando rinvasare le piante?
Il travaso è una delle operazioni più delicate e, generalmente, si esegue in primavera, ma non solo. Vediamo come farlo al meglio
Cos’è il travaso delle piante e a cosa serve
Il travaso o il rinvaso delle piante è un’operazione molto importante per le colture e consiste nel trasferimento della pianta da un contenitore all’altro.
Si tratta di un’operazione indispensabile per garantire la salute e la crescita vigorosa della pianta, che sappiamo, solo con le condizioni ottimali può avere uno sviluppo ottimale. Tra le condizioni ottimali, assieme a temperatura, luce, apporto idrico, concimazioni, c’è lo spazio. Lo spazio è necessario alle radici che crescono e che, ad un certo punto, non ne hanno più abbastanza. Se il vaso è troppo piccolo, l’apparato radicale non è in grado più svilupparsi e le piante non potranno crescere in modo ottimale. Il rinvaso garantisce una crescita regolare e maggiore stabilità alla pianta. Inoltre occorre considerare che, se il vaso è piccolo il terriccio si asciuga troppo rapidamente.
Come fare il rinvaso
Qualche giorno prima del rinvaso occorre annaffiare bene la pianta. E’ buona norma controllate se sono infestate da afidi o acari.
Poi si procede alla preparazione del nuovo vaso sul fondo del quale si deve mettere dell’argilla espansa e uno strato di terriccio.
Si riempie parzialmente il nuovo contenitore con del terriccio adatto alla coltura idoneo per le specifiche esigenze della pianta .
Va estratta delicatamente la pianta sfilando il pane di terra e radici, ed avendo cura di elimiare le radici avvizzite o marce.
Successivamente la pianta va posizionata al centro del nuovo vaso e si riempie con la terra facendo pressione con le mani e lasciando almeno 2 cm rispetto al bordo.
Infine si compatta la terra intorno al fusto, si metteun sottovaso e si annaffia delicatamente (utilizzando acqua a temperatura ambiente) e senza eccessi.
Uno dei tanti errori che si compiono durante le operazioni di rinvaso è quello di sotterrare il colletto della pianta (la base del tronco). Si tratta di un’operazione che non va fatta. Cosi come non si deve esporre la pianta al sole i primi giorni dopo il travaso, né concimare la pianta.
Cosa serve per il rinvaso
Prima di iniziare le operazioni di rinvaso è bene dotarsi di tutto l’occorrente: i guanti da giardinaggio, paletta con punta in metallo il telo protettivo, la spatola per la pulizia dell’apparato radicale, le forbici da giardinaggio per le radici danneggiate, l’annaffiatoio, il nuovo terriccio, il nuovo vaso, il materiale drenante.
Quando va fatto il rinvaso
Il rinvaso della pianta va eseguito quando il vaso è troppo piccolo per contenere la pianta. Generalmente questa operazione si fa in primavera ma le piante possono essere rinvasate in ogni periodo dell’anno. Nella scelta del periodo adatto per il rinvaso occorre considerare che in autunno si rinvasano le piante che hanno smesso di fiorire ed in primavera si rinvasa prima della ripresa vegetativa.
In tardo autunno e a inizio primavera, le piante non sono ancora in riposo vegetativo e non sono neppure nel pieno della loro crescita o della fioritura, in tal modo le radici possono abituarsi più facilmente al nuovo ambiente e alla nuova condizione e quando si scongiura il rischio di stress per la pianta. Riserviamo i rinvasi in estate o in inverno solo per le emergenze (marciumi radicali, fuoriuscita radici etc).
La frequenza del rinvaso dipende dalla pianta: ci sono piante che crescono velocemente ed hanno quindi bisogno di rinvasi annuali, e ci sono piante a crescita lenta che, al contrario, si rinvasano pochissimo. Ci sono poi piante messe a dimora in contenitori molto grandi per evitarne il rinvaso, un esempio sono le siepi in vaso.
In linea di massima il rinvaso si esegue ogni anno nei primi due o tre anni di età della pianta, gli anni successivi sarà necessario solo quando il vaso è sottodimensionato, e le radici fuoriescono dai fori sul fondo.
Per la maggior parte delle piante Il travaso si esegue anche dopo l’acquisto in quanto generalmente il contenitore vivaistico è sottodimensionato rispetto alle necessità di sviluppo nel tempo. Se la pianta è coltivata in un vaso già grande, in alternativa al rinvaso si può effettuare solo il ricambio dello strato superficiale di terriccio che va asportato delicatamente e sostituito con nuovo substrato.
Come scegliere il nuovo vaso
Ovviamente il nuovo contenitore deve essere più grande del precedente. Nella scelta del vaso influisce soprattutto il genere della pianta coltivata: alcune piante hanno uno sviluppo radicale più ampio di altre, per alcune specie sono necessari vasi larghi, per altre vasi profondi. In genere si commette l’errore di acquistare un vaso troppo più grande. Se si eseguono rinvasi regolari, il nuovo vaso dovrà avere un diametro di 8-10 cm più grande rispetto al precedente contenitore.
Anche la scelta del materiale del vaso dipende molto dal tipo di pianta: generalmente è da preferire la terracotta ma ci sono piante le cui radici tendono ad appiccicarsi alle pareti del vaso (un esempio è l’orchidea), in questi casi è preferibile orientarsi sui vasi in plastica più gestibili per i rinvasi.
Per ogni operazione delle proprie piante è indispensabile attenersi alle esigenze colturali che cambiano a seconda di genere e specie: conoscere le esigenze della propria pianta è fondamentale per far si che cresca sana e vigorosa.