Quando rinunciare all’eredità

Quando rinunciare all’eredità

Quando rinunciare all'eredità

Il sogno della chiamata che ti annuncia che hai ereditato una fortuna da uno zio d’America, ricchissimo, e di cui ignoravi l’esistenza fino a quel momento e’ comune a molti. Eppure ereditare non è sempre positivo, ci sono casi in cui è meglio rinunciare all’eredità. Vediamo quando è il caso di farlo.

Cos’è la rinuncia all’eredità

Nel momento in cui si apre la successione, chi è chiamato all’eredità ha una serie di diritti: può, in primis, decidere di accettare o rinunciare all’eredità. Nel primo caso l’eredità può essere accettata in modo esplicito oppure in modo tacito. La rinuncia all’eredità deve essere invece espressamente dichiarata.

Ma cos’è la rinuncia all’eredità? La rinuncia all’eredità è l’atto attraverso il quale si dichiara di non accettare l’eredità e, di conseguenza, di non subentrare nella posizione giuridica del de cuius. Si tratta di un vero e proprio diritto che si esercita con dichiarazione scritta da sottoscrivere di fronte ad un notaio o presso la cancelleria del tribunale.

Perchè si dovrebbe rinunciare all’eredità

Sono diversi i motivi che portano a rinunciare all’eredità: possono essere un patrimonio ereditario con debiti, ma può trattarsi anche di ragioni di natura morale, possono esserci dinamiche familiari o anche motivi economici che rendono conveniente rinunciare all’eredità. Ad esempio quando il chiamato deve porre in essere la collazione a seguito di una donazione, di valore maggiore rispetto al patrimonio ereditario, fatta dal de cuius a suo vantaggio. In alternativa, può essere un valido mezzo per tutelare interessi familiari.

Disciplina che regola la rinuncia all’eredità

La rinuncia all’eredità è disciplinata dagli articoli 519 e seguenti del codice civile e si esercita con una dichiarazione che esprime l’intenzione di voler rinunciare all’eredità.

Rinuncia gratuita e onerosa

Esistono due ipotesi di rinuncia all’eredità: una gratuita ed una onerosa.

La rinincia gratuita può essere fatta a favore di tutti i chiamati o soltanto di alcuni. Nel primo caso è disciplinata sia dall’articolo 519, secondo comma, del codice civile, sia dall’articolo 478.  La rinuncia all’eredità a favore di soli alcuni dei chiamati è invece, disciplinata dall’articolo 478.

La rinuncia onerosa, fa riferimento all’articolo 478 del codice civile.

Come si fa la rinuncia all’eredità

L’articolo 519 del codice civile recita che “la rinunzia all’eredità deve farsi con dichiarazione, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione, e inserita nel registro delle successioni”.

Se si intende sottoscrivere la dichiarazione di rinuncia presso la cancelleria del tribunale, lo si deve fare presso il tribunale delcircondario si trovava l’ultima residenza in vita del defunto.

Si devono produrre i seguenti documenti:

  • la carta d’identità e il codice fiscale dei dichiaranti;
  • il codice fiscale del defunto;
  • se ci sono minori, tutelati o amministrati una copia conforme dell’autorizzazione del giudice tutelare;
  • una copia conforme del testamento se presente;
  • l’originale certificato di morte.

Nel momento in cui si effettua la dichiarazione devono presenziare i dichiaranti ed entrambi i genitori del minore che deve rinunciare all’eredità.

Una volta resa, la dichiarazione viene registrata presso il registro delle successioni dal cancelliere o dal notaio.

Chi può rinunciare all’eredità

Solo i chiamati all’eredità possono rinunciare all’eredità. Tra questi ci sono dei casi particolari, tra cui:

Soggetti incapaci d’agire. Vanno distinti tra i soggetti totalmente incapaci e quelli parzialmente incapaci. I primi, che sono i minori e gli interdetti, devono essere legalmente rappresentati e devono ricevere l’autorizzazione del giudice tutelare.

Gli emancipati e gli inabilitati, devono essere invce assistiti da un curatore e autorizzati dal giudice tutelare.

I beneficiari dell’amministratore di sostegno possono rinunciare all’eredità previa autorizzazione da parte del giudice tutelare, con una dichiarazione e con l’assistenza del proprio amministratore.

I nascituri, se concepiti all’apertura della successione, possono rinunciare all’eredità.

Le persone giuridiche in quanto aventi capacità d’agire.

Quanto tempo si ha per rinunciare all’eredità?

Per poter essere considerata valida, la rinuncia all’eredità va fatta entro 10 anni dall’apertura della successione, questo quanto stabilito dall’articolo 480 del codice civile.

Quando non si può rinunciare all’eredità

Ci sono casi in cui non è possibile rinunciare all’eredità, vediamoli

  • Non è possibile fare la rinuncia all’eredità quando il chiamato all’eredità è nel possesso dei beni ereditari e non ha fatto l’inventario nei tre mesi dal giorno di apertura della successione. E’ il secondo comma dell’articolo 485 del codice civile, che prevede che, in questo caso, il chiamato diventa erede puro e semplice;
  • Il terzo comma dell’articolo 485 del codice civile stabilisce invece che il chiamato all’eredità diventa erede puro e semplice quando non dichiara di rinunciare all’eredità entro 40 giorni dall’esecuzione dell’inventario.
  • Il chiamato all’eredità non può rinunciare all’eredità se ha sottratto o nascosto beni spettanti all’eredità stessa. Questo quanto stabilito dall’articolo 527 del codice civile.

Rinuncia all’eredità: quali sono gli effetti

“Chi rinunzia all’eredità è considerato come se non vi fosse mai stato chiamato“ questo quanto stabilito dal primo comma dell’articolo 521 del codice civile. Il rinunciante perde la qualità di erede fin dall’inizio in quanto la rinuncia opera retroattivamente e perde quindi la possibilità di esercitare i poteri propri del chiamato, ossia.

  • eseguire le azioni possessorie
  • conservare, vigilare e amministrare l’eredità in modo temporaneo ed, eventualmente, su autorizzazione dell’autorità giudiziaria, vendere i beni che non si possono conservare
  • rappresentare l’eredità in giudizio

E’ importante sottolineare che la rinuncia all’eredità non interferisce con le donazioni e i legati. Può pertanto trattenere quello che gli è stato attribuito a titolo di donazione o legato. Ma sempre fino a concorrenza della porzione disponibile salvo il caso in cui sia un legittimario.

A chi va l’eredità “rinunciata”? La rinuncia nella successione legittima e in quella testamentaria

La successione legittima distingue l’ipotesi dell’unico chiamato all’eredità o di più chiamati. Nel primo caso la legge sostiene che “l’eredità si devolve a coloro ai quali spetterebbe nel caso che egli mancasse”. Nel secondo caso, invece, la quota rinunciata si devolve: a favore dei discendenti di colui che ha rinunciato per rappresentazione; oppure va agli ascendenti e, in ultima ipotesi, la parte rinunciata va a coloro che avrebbero concorso con il rinunziante.

La rinuncia nella successione testamentaria vede un sistema gerarchico di devoluzione della parte oggetto di rinuncia. In primo luogo la parte oggetto di rinuncia va al sostituito. se il testatore ne ha indicato uno, in alternativa va al rappresentato, altrimenti va ai coeredi per accrescimento. Infine. la devoluzione va agli eredi legittimi per mancanza di accrescimento.

Si può impugnare la rinuncia?

La dichiarazione di rinuncia all’eredità si può impugnare. Lo possono fare il rinunziante stesso, i suoi eredi, i suoi creditori.

La rinuncia si può impugnare quando è stata fatta a causa di violenza o dolo. Questo quanto sancito dall’articolo 526 del codice civile. Attraverso l’impugnazione ci sarà un’azione di annullamento della rinuncia che deve essere promossa entro 5 anni dalla causa.

La rinuncia all’eredità può essere impugnata anche dai creditori del rinunciante. Se il rinunciante ha causato a un danno, l’articolo 524 del codice civile, autorizza ad accettare l’eredità da parte dei creditori in nome e luogo del rinunziante.

Revoca alla rinuncia all’eredità

Se chi ha dichiarato di rinunciare all’eredità cambia idea, può rimediare accettandola tardivamente finché il diritto non si è prescritto. Sono solo due le ipotesi che non consentono di procedere alla revoca della rinuncia, e cioè:

  • quando il diritto all’accettazione dell’ereditàè prescritto (dopo 10 anni dall’apertura della successione o trascorso il termine fissato dal giudice per l’accettazione)
  • Se gli altri chiamati acquistano la quota rinunciata accettandola espressamente o tacitamente o anche in maniera automatica senza bisogno di accettazione.

Quanto costa rinunciare all’eredità

I costi per la rinuncia all’eredità cambiano a seconda che si proceda a fare la dichiarazione presso un notaio o presso la cancelleria del tribunale. Ci sono dei costi fissi che sono:

  • l’imposta di registro pari ad euro 200 da versare con modello F23;
  • imposta di bollo e diritti di copia il cui importo viene comunicato il giorno in cui si effettua la dichiarazione

Anche per rinunciare all’eredità si deve quindi pagare.

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