Quando il bambino ha le bolle

varicella
varicella

Sembra che pochissime cose riescano a spaventare mamma e papà quanto le “malattie dei bambini”. Quando il piccolo ha un pò di febbre, o anche quando non ce l’ha, spesso basta una macchietta orsa, un irritazione della pelle, un sospetto di eruzione ed ecco che la famiglia entra in crisi. “Avrà il morbillo? avrà la rosolia? sarà la varicella? oppure la scarlattina?” telefonate al pediatra, ricerce su internet nel cercare di scovare la malattia che ha causato quelle bollicine.

Nel periodo scolastico poi il tutto si amplia perchè le possibilità di contagio ovviamente aumentano e così, a fronte di un vaso di varicella, il timore tra i genitori è palpabile. La preoccupazione nella maggior parte dei casi è ingiustificata, almeno per quanto riguarda le malattie esematiche dei bimbi più comuni come morbillo, rosolia, varicella, scarlattina.

Oggi queste forme hanno perduto buona parte dei loro caratteris pià pericolosi e decorrono per lo pià in un modo del tutto benigno, tanto che spesso non richiedono nemmeno una cura vera e propria.
Ovviamente è il pediatra che diagnostica la malattia e che vi tranquillizzerà e che vi darà tutte le indicazioni del caso. Vediamo quali sono le caratteristiche classiche, delle principali malattie infettive dei bambini.

Il morbillo

Tipo di contagio: il morbillo si trasmette direttamente da un individuo all’altro mediante il respiro, non si diffonde attraverso terze persone.

Incubazione: da dieci a quatordici giorni, più spesso quattordici. Talora qualche giorno di più.

Sintomi e decorso: il morbillo comincia con la febbre, talvolta molto elevata, che non diminuisce apprezzabilmente con i comuni medicamenti. Compaiono tosse stizzosa, raffreddore e irritazione agli occhi, Spesso al bambino da fastidio la luce (fotofobia). Dopo tre o quattro giorni, a volte dopo cinque o sei, compare l’eruzione sulla elle che consiste in macchie rosse, irregolari per forma e dimensioni, che frequentemente si uniscono fra loro. Le macchie si fanno evidenti dapprima dietro le orecchie, poi invadono la faccia e il corpo. nel momento culminante della malattia il viso del bambino è gonfio, rosso e tumefatto, con gli occhi piccoli e arrosati.

Le febbre raggiunge di solito il massimo quando compare l’eruzione, e scende un paio di giorni dopo. Col diminuire della temperatura ritorna rapidamente il benessere e il bambino riprende la sua vitalità.

Periodo di contagiosità: il morbillo è estremamente contagione specie nel periodo che va dalla comparsa della febbre fino a cinque giorni dopo la comparsa delle macchie. Si ritiene che la contagiosità sia praticamente terminata circa venti giorni dopo l’inizio della malattia.

Complicazioni: la complicazione più frequente del morbillo è la bronchite, che può manifestarsi qualche giorno dopo lo sfrebbramento. Se fopo la fine della malattia il bambino presenta di nuovo febbre o tosse insistente è senz’altro il caso di contattare il medico. Altra complicazione è l’otite.

Come evitarlo: il bambino sano deve essere tenuto lontano da altri bambini ammalati di morbillo. Esiste la vaccinazione.

La rosolia

Tipo di contagio: la malattia si diffonde da individuo ad individuo col respiro, o per mezzo di oggetti contaminati

Incubazione: da quattordici a venti giorni circa, ingenere sui diciotto giorni.

Sintomi e decorso: qualche volta la rosolia comincia con febbre, molto alta oppure modestissima, ma la maggior parte delle volte la febbre è assente. Possono manifestarsi diversi segni premonitori: raffreddore, mal di gola, irritazione agli occhi, mal di testa. Ma non sempre la rosolia viene anticipata da sintomi.

Dopo un giorno o due compare l’eruzione, la quale, può anche saltare fuori senza essere preceduta da alcun segnale. Le macchie sono in genere più chiare rispetto a quelle del morbillo e cominciano per lo più dietro le orecchie, sulla fronte e sulle guance e poi si diffondo sul resto del corpo. La durata della rosolia è assai  breve: dopo due o tre giorni il bambino può essersi perfettamente ristabilito.

Periodo di contagiosità: da tre giorni prima dell’eruzione a cinque o sei giorni dopo.

Complicazioni: si tratta di una malattia benigna che in genere non dà complicazioni

Come si può evitarla: evitando la vicinanza a soggetti ammalati o vaccinandosi.

La scarlattina

Tipo di contagio: la malattia è causata da un’infezione che si trasmette da individuo a individuo. Il germe è responsabile è lo streptococco. Si badi bene che anche una persona in ottima salute può portare in sé questo germe e infettare un’altra persona, la quale può ammalare di scarlattina: questi individui apparente sani che portano con sé lo streptococco della scarlattina si chiamano appunto “portatori  sani”.

Incubazione: dai due ai sei o sette giorni

Sintomi e decorso: la scarlattina, nella sua forma classica, inizia bruscamente con febbre elevata, anche sui quaranta gradi e oltre, mal di gola, vomito, talvolta dolori addominali, lingua ricoperta da una patina biancastra.

Dopo ventiquattro – trentasei ore compare l’eruzione che parte di solito dal torace e si estende poi a tutto il corpo, ma non al viso. Il viso può essere arrossato per la febbre, non per l’eruzione, spesso quando il viso è arrossato rimane una zona pallida che comprende il naso e le la bbra, zona che viene chiamata col nome di mascera scarlattinosa. L’eruzione è composta da numerosissime e minuscole macchiette rosse, leggermente rilevate e tano vicine tra loro da dare l’impressione che il corpo sia uniformemente arrossato.
Questa manifestazione della pelle è evidente specialmente nelle pieghe inguinali, ascellari e dei gomiti, dove possono comparire altre macchie rosso scuro (le cosiddette petecchie). Qualche volta si ingrossano le linfoghianole ai lati del collo.. La lingua che prima era patinosa diventa rossa scarlatta a puntini: è la lingua a lampone tipica di questa malattia. Dopo cinque o sei gironi spesso anche dopo un paio di giorni soltanto, l’eruzione scompare.

Come si può evitarla. praticamente in nessun modo visto e considerato che non esiste il modo di individuare tutti i portatori sani.

La varicella

Tipo di contagio: la varicella si trasmette attraverso l’aria anche a distanza di parecchi metri in ambiente chiuso. E’ molto contagiosa.
Incubazione: fra i quattordici ed i venuno giorni

Sintomi e decorso: la malattia non è preceduta da alcun segno premonitore. Comincia con un pò di febbre, sui trentotto (ma non sempre) e l’eruzione. Sulla pelle del viso, fra i capelli, sul tronco e ai genitali, meno sulle braccia e la gambe, compaiono delle macchie orsse di varie dimensioni che in parte si trasformano in vescichette.  Queste poi si rompono ricoprendosi di una crosta o si esiccano. Nel frattempo si formano altre macchie che vanno incontro alla medesima evoluzione. Intal modo si hanno contemporaneamente elementi a diversi stadi: macchie rosse, vescichette e croste. Questi elementi possono essere poche decine o divese centinaia, e sono distribuiti senza alcuna regolarità. L’eruzione della varicella colpisce anche le mucose della bocca. Dopo tre o quattro giorni dall’inizio della malattia le macchie cessano di comparire. L’eruzione da spesso un notevole prurito.

Periodo di contagiosità: la varicella va considerata contagiosa dal momento in cui fanno la loro comparsa i primi elementi sulla oelle fino al momento in cui sono cadute  tutte le croste.

Come si può evitarla. stando lontano dagli ammalati anche se, essendo contagiosa anche i giorni che precedono l’eruzione, in un periodo asintomatico, è facilissimo che si sviluppi il contagio in comunità come asili, scuole, palestre. Per la varicella esiste il vaccino.

Cure

Ovviamente deve essere il medico a valutare caso per caso ma non ci sono cure specifiche per queste malattie ma piuttosto per curarne i sintomi, come  prodotti per il prurito, o, in caso di febbre, per abbassare la temperatura. Queste malattie evolvono e si curano con riposo e tante coccole. E’ anche bene ricordare che, qualora non si sia optato per la vaccinazione, nei casi dove è prevista (facoltativamente) è inutile cercare in tutti i modi di evitare il contagio (a meno che il bambino sia molto piccolo o che ci siano altre situazioni pericolose: esempio la mamma è incinta e non ha mai contratto la varicella) ma piuttosto affrontare serenamente il periodo della malattia, tenendo presente che il decorso è generalmente favorevole e che, una volta presa, non ci si pensa più.

foto di informasalus

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