Conoscere i giorni fertili è molto importante per ogni donna: è indispensabile per pianificare una gravidanza, oppure per evitarla. Conoscere il proprio periodo fertile è quindi una necessità, e conoscere il proprio corpo non è meno importante. Può sembrare scontato e naturale, ma in realtà non è così.
Il periodo fertile per una donna inizia con il menarca, termine che indica la prima mestruazione, e si conclude con l’avvento della menopausa, che normalmente avviene intorno ai 50 anni. Nell’arco di questo lungo periodo si è in età riproduttiva e quindi si può rimanere incinta; ci sono giorni in cui il concepimento è più probabile, e sono quelli che vengono denominati giorni fertili. Per parlare di giorni fertili è necessario chiamare in causa il ciclo mestruale: i giorni in cui è più possibile rimanere incinta in genere coincidono con la fase dell’ovulazione e con il periodo immediatamente precedente alla stessa. È proprio nel corso della fase ovulatoria, infatti, che la cellula uovo (ovocita), ormai giunta a maturazione, viene rilasciata nella tuba uterina. Qui, se avviene l’incontro con gli spermatozoi, può essere fecondata, e dare quindi inizio al concepimento. Non tutte le donne hanno un ciclo mestruale regolare, e questa è una cosa che bisogna tenere presente, quando si dice che il tempo che intercorre dall’inizio del ciclo mestruale (comparsa delle mestruazioni) fino all’ovulazione è in media di 14 giorni.
I giorni dell’ovulazione, quindi, sono i giorni più propizi in cui avere rapporti sessuali con il proprio partner se si sta cercando di avere un bambino, mentre sono giorni particolarmente insidiosi per i rapporti a rischio se si vuole evitare una gravidanza (fatto salvo che i rapporti a rischio vanno sempre evitati).
In genere non è raro che la donna possa rendersi conto di essere nel periodo dell’ovulazione, dato che in questa fase del ciclo il corpo conosce dei “sintomi” che possono essere interpretati come segnali del fatto che si è entrate in fase ovulatoria: in questa fase, infatti, il corpo della donna si prepara ad un’eventuale fecondazione e conseguente gravidanza, e l’“impegno” del corpo a preparare il tutto per il meglio si può notare da una serie di segnali, che possono essere più o meno evidenti da donna a donna. Non è quindi possibile dare una regola generale: in alcune donne l’ovulazione può passare praticamente sotto silenzio, in altre invece può causare addirittura fastidi simili alle mestruazioni, con dolori al bassoventre o gonfiore.
Tra i segnali che l’ovulazione è in corso possiamo trovare tensione al seno, perdite vaginali trasparenti più abbondanti, e un aumento del desiderio sessuale. A volte possono verificarsi anche casi di spotting, ovvero un leggero sanguinamento che può avvenire a metà ciclo. Questo non è nulla di cui preoccuparsi, ma al contrario è da considerare fisiologico. La causa di questi episodi di spotting è da ricercare nei rapidi cambiamenti ormonali da cui è interessata la donna nel corso della fase ovulatoria. Proprio ricercando la presenza degli ormoni dell’ovulazione nelle urine funziona il test di ovulazione, che consente di individuare i giorni fertili grazie ad un indicatore visivo. Il test dell’ovulazione rappresenta il metodo più attendibile per auto valutare il periodo fertile.
Molto spesso, infatti, le donne si chiedono come individuare i giorni fertili, e purtroppo c’è molta disinformazione e ignoranza in merito: è facile imbattersi in metodi casalinghi per scoprire i giorni fertili, che in realtà non hanno nulla di scientifico e che si rivelano quindi completamente inutili. Meglio quindi affidarsi ad un test di ovulazione, se si vuole sapere i giorni fertili: questo test si acquista in farmacia ed è comodo e semplice da usare.
Più nel dettaglio, la massima fertilità si ha esattamente nel giorno stesso dell’ovulazione, ovvero quando una cellula uovo (ovocita) maturo viene rilasciato dall’ovaio, e diventa disponibile per la fecondazione, muovendosi lungo la tuba di Falloppio. Il momento particolarmente fertile comprende anche i due giorni immediatamente precedenti l’ovulazione; in genere, questo periodo inizia 4-5 giorni prima dell’ovulazione, e si conclude 1-2 giorni dopo. Al di fuori di questi giorni il concepimento è invece meno probabile.
A seguito della fase ovulatoria, sopraggiunge la fase luteale, con cui si completa il ciclo mestruale, che va dal sedicesimo al ventottesimo giorno circa; in questa fase l’endometrio (la parete interna dell’utero) si prepara ad accogliere l’ovulo eventualmente fecondato, e si crea un ambiente ideale per l’impianto e la crescita di questo ovulo; se invece non c’è alcun ovulo fecondato, ecco che fanno la loro comparsa le mestruazioni, con cui vengono espulsi i resti dell’endometrio.
Fatto salvo che il metodo più attendibile per il calcolo dei giorni fertili è affidarsi ad un test dell’ovulazione, ci sono alcuni trucchi che possono essere utili per calcolare il giorno dell’ovulazione. Il primo suggerimento è quello di annotare ogni mese quando iniziano le mestruazioni. Questo è utile anche per tenere d’occhio eventuali irregolarità o anomalie.
Per calcolare la durata del proprio ciclo mestruale, è necessario considerare il periodo di tempo che va dal primo giorno in cui compare il flusso mestruale al giorno che precede l’inizio della mestruazione successiva. Non è possibile in nessun caso, tuttavia, avere la certezza matematica del calcolo.
L’ovulazione comporta un aumento della temperatura basale: misurare la temperatura basale può venire in aiuto per rendersi conto dei giorni fertili. La misurazione deve avvenire al mattino, appena sveglie. Ogni mese questo parametro aumenta, non di molto ma abbastanza per essere un indicatore del fatto che si è entrate in fase ovulatoria. Il parametro della temperatura basale, tuttavia, può essere alterato da altri fattori, ad esempio stress, assunzione di alcol o bevande calde, squilibri ormonali. Le donne che hanno un ciclo mestruale irregolare, più che affidarsi al calcolo, per individuare i giorni fertili dovranno tenere in maggiore considerazione i segnali che invia il corpo, in particolare le modificazioni del muco cervicale: una sostanza sempre prodotta dall’utero, ma che diventa particolarmente abbondante in fase ovulatoria e assume una caratteristica conformazione filamentosa fluida e colore biancastro-trasparente.