Da sempre l’uomo ha avvertito la necessità di conoscere il proprio futuro per essere preparato ad affrontare le avversità che il destino ha in serbo. Conoscere per agire in modo adeguato: è questo ciò che regola il pensiero e l’azione di chi si affida alla previsione del futuro prima di assumere una qualsiasi decisione, prima di compiere qualsiasi azione. Sapere prima le cose da modo di valutare razionalmente tutti gli elementi, gli aspetti ed i dati di cui dispone per prevedere gli effetti che saranno prodotti dalle differenti opzioni di scelta a sua disposizione.
Tra i diversi metodi di previsione del futuro c’è certamente la cartomanzia.
Quasi tutti nel corso della vita di fanno prendere dalla tentazione di farsi fare una lettura delle carte, dei tarocchi per la precisione. Ma quanto sono attendibili le carte? Come e quando si esegue la loro lettura? Cerchiamo di capirci qualcosa.
L’arte della cartomanzia
La Cartomanzia è una pratica antica che nasce in ambienti altolocati, ma che si è velocemente diffusa anche a livello popolare. Consiste nella lettura delle carte. Nella fattispecie si tratta di mazzi di carte impiegati per la meditazione e per la divinazione che possono distinguersi i tarocchi marsigliesi, piemontesi, liguri, fiorentini etc. La cartomanzia è la divinazione con le carte, ma non va considerata solo come una comoda scorciatoia per scoprire cosa ci riserva il futuro, è molto di più
Cosa sono i tarocchi
I Tarocchi, come lo Zodiaco o la Numerologia, rientrano tra i principali sistemi costruiti sui simboli della nostra tradizione. Possiedono tutte le caratteristiche di tre grandi “alfabeti” scritti tramite i simboli o, piuttosto, la struttura di tre ‘dizionari’ etimologici dal momento che, al loro interno, si trovano le radici fondamentali e le immagini simboliche dalle quali derivano le nostre parole. Si tratta di strumenti che danno modo all’uomo di riavvicinarsi a sé stesso e di sviluppare e utilizzare quel linguaggio simbolico che lo ha sempre sospinto verso una più profonda conoscenza del proprio io. Possono essere considerati come un mezzo per viaggiare nel mondo simbolico, in noi stessi. Quadri che, se sfruttati bene, sono in grado di risvegliare l’intuizione, ovvero quella vista interna che, con l’aiuto del simbolo, ci consente di conoscere meglio ciò che sentiamo, di interpretare le emozioni e di non diventarne schiavi senza rendercene conto. Spesso forniscono risposte che già conosciamo ma delle quali non siamo consapevoli, altre volte indicano strade che non avevamo considerato di percorrere, in alcuni casi sciolgono dubbi, in altri prevedono il futuro.
Le origini dei tarocchi e della Cartomanzia
In molti sono convinti che i tarocchi siano solo sinonimo di cartomanzia. Studi recenti hanno però dimostrato che in realtà i tarocchi nascondono molti misteri e diverse teorie circa la loro origine ed il loro scopo. A tal proposito si sono divise in due scuole di pensiero: quella “magica” e quella “storica”. Se si dà credito all’ipotesi magica la loro origine sarebbe da attribuire agli antichi egizi ed esprimeva un percorso iniziatico che portava alla rivelazione della verità. L’ipotesi storica, al contrario, tende a dimostrare che la matrice egizia è inesistente e che l’uso divinatorio si sarebbe sovrapposto in modo arbitrario a quello ludico; in tal caso, le immagini raffigurate sarebbero più terreno di ricerca per la mitologia, la psicologia, l’antropologia che non per le scienze occulte.
Probabilmente entrambe le ipotesi contengono elementi di verità: a fine Settecento non esistevano prove dell’uso cartomantico del mazzo e i simboli racchiusi in ogni carta sono in realtà più correlati alla storia del mito e delle religioni. Fin dalle origini della civiltà il gioco ha infatti compiuto un percorso parallelo a quello della divinazione ed entrambe le pratiche hanno elementi comuni. Gli antichi Ebrei avevano oracoli nei loro santuari di Gerusalemme e i sacerdoti interrogavano la volontà di Jahweh attraverso di essi.
L’oracolo di Delfi in Grecia era situato all’interno di un complesso di edifici sacri dedicati al dio Apollo e le società primitive hanno sempre usato tecniche divinatorie per entrare in contatto con Dio. Il gioco unisce fantasia e realtà, e prepara i partecipanti ad affrontare le vicissitudini della vita; il vaticinio anticipa il futuro e prepara psicologicamente agli eventi. L’oracolo può essere quindi un metodo per affermare e costruire la propria personalità in previsione degli eventi futuri
Quando leggere le carte?
Forse sarebbe più corretto dire “quando non leggere le carte” perché la credenza popolare da sempre ha dato una serie di regole sulla lettura dei tarocchi che viene, per scaramanzia o per “sicurezza”, adottata ancora oggi. Ecco quindi quando leggere le carte
In primis è bene precisare che se si sanno ben interpretare le carte funzionano sempre tranne nei casi di abuso o nei casi di poca sintonia.
Ci sono però dei luoghi comuni che sembrano dire tutt’altro. Eccoli
Non fare le carte la domenica e nei giorni dedicati al Signore
Pare che nelle giornate dedicate al signore (domenica, Pasqua, Natale, durante la Quaresima) le carte rispondano male. Questa credenza nasce dal fatto che la Cartomanzia nasce con i Tarocchi in un contesto Cristiano-Cattolico che da sempre ha contestato chi ne faceva uso.
Non fare la carte durante il ciclo mestruale
L’origine di questa credenza è sconosciuta. Probabilmente deriva dal fatto che durante il ciclo mestruale le donne hanno un’energia diversa che potrebbe, in qualche modo, inficiare o comunque condizionare la lettura.
Non leggere le carte con il temporale
anche questa bizzarra credenza è di origine incerta. Probabilmente nasce dalla difficoltà di chi è particolarmente sensibile alle condizioni meteo. O, ancora, trova giustificazione dall’energia che scaturisce dal un temporale.
Ovviamente queste credenze lasciano il tempo che trovano. Un buon cartomante è perfettamente in grado di sentire quando fare o non fare le carte. La decisione sicuramente non dipenderà dal giorno della settimana, né dal meteo ma dalle sue sensazioni e dal suo stato.