E’ uno dei momenti magici della gravidanza (e ce ne sono davvero tanti), quello che da la conferma di ciò che pensiamo, supponiamo, sospettiamo, che “mette nero su bianco”, che emoziona, che ci dirà quando nascerà, la prima foto del nostro bambino: la prima ecografia. Si tratta, in sostanza, del primo appuntamento che prendiamo dal nostro ginecologo quando sospettiamo una gravidanza.
E se non è il primo perché magari siamo già state nel suo studio per farsi prescrivere gli esami del sangue è comunque quello più significativo, più emozionante, più coinvolgente. Ma l’importanza dell’ecografia non tocca solo l’aspetto emotivo, ma anche e soprattutto quello medico.
L’ecografia è infatti un esame importantissimo in gravidanza: consente di monitorare la crescita, la salute, lo sviluppo del bambino e di “tutto ciò che gli sta intorno”. Non è invasivo e nemmeno nocivo.
Le ecografie sono tutte emozionanti perché rappresentano un “contatto” da vicino con il bambino, un modo per vederlo a volte muoversi, a volte accomodato in posizioni bizzarre, e sono tutte sempre molto importanti perché di volta in volta evidenziano e rilevano qualcosa di nuovo: l’aumento di crescita e peso, il sesso, addirittura i capelli. Monitorare costantemente l’andamento della gravidanza (senza ossessione) consente di intervenire tempestivamente con i comportamenti più adeguati (ad esempio può essere opportuno seguire un periodo di intenso riposo)
Durante la gravidanza è opportuno fare ALMENO un’ecografia a trimestre ma nulla vieta di fare controlli più frequenti considerato che l’ecografia è assolutamente innocua per il bambino ed è completamente indolore. Non ha dunque alcuna controindicazione. Le ecografie sono quindi tutte diverse tra loro nel senso che sono tutte atte a fare nuove verifiche. Solo le procedura dell’esecuzione è uguale per tutte (tranne quelle del primo trimestre che generalmente sono eseguite per via transvaginale)
Vediamo quali sono.
La prima ecografia permette di individuare eventuali disturbi o problemi ed eventuali malattie uterine o ovariche che, nel corso dei mesi, possono complicare la gestazione. Consente di verificare se l’embrione sia impiantato nell’utero e non in altre sedi come ad esempio nelle tube di fallopio .
Ma quando è il momento giusto per fare la prima ecografia? Prima della sesta settimana l’ecografia è praticamente inutile perché troppo precoce per consentire di rilevare il battito cardiaco e per verificare il corretto sviluppo dell’embrione e della sua sede. Quindi dalla data di ultima mestruazione (primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale) occorre calcolare almeno 6 settimane piene prima di prendere appuntamento con il vostro ginecologo. E’ bene specificare la parola “almeno” perché oggi i ginecologi tendono a fissare la prima ecografia tra la 10° e la 14° settimana onde poter avere più elementi a disposizione e poter quandi fare una lettura il più completa possibile. Certo il desiderio di sapere che tutto procede per il meglio, che la gravidanza è iniziata bene può creare ansie nei futuri genitori che vorrebbero anticipare il più possibile questo primo incontro ravvicinato con il bambino ma è bene non farsi prendere dalla fretta e seguire sempre il parere del medico.
E, se non avete mai fatto un’ecografia prima di questa, nessuna paura: non si tratta di un esame invasivo, è assolutamente indolore. Vediamo nel dettaglio come si svolge.
Intanto è un esame che può essere eseguito in ambulatorio, in ospedale o in uno studio privato, è completamente indolore e dura dai 15 ai 30 minuti. L’esame si basa sugli ultrasuoni e regala la meravigliosa vista del cuore del vostro bambino. Generalmente la prima ecografia (e se se ne fanno altre nelle prime settimane) è per via trans vaginale: la procedura è semplice. La futura mamma si sdraia sul lettino ginecologico e una sonda di forma cilindrica viene inserita all’interno della vagina onde avere una visione più dettagliata dell’utero.
Il medico potrà “leggere” l’esame e stabilire la data presunta parto, datando la gravidanza che in alcuni casi discorda con la data di ultima mestruazione comunicata dalla madre (che magari non ricorda perfettamente le date).. Altra importantissima informazione che si ottiene dalla prima ecografia è il numero di embrioni presenti: il vostro medico vi dirà quindi se la cicogna porterà un bambino solo o dei gemelli.
La seconda ecografia si effettua generalmente tra la sedicesima e la ventesima settimana e consente di verificare lo sviluppo degli organi del piccolo. In casi sospetti, lo specialista invierà la futura mamma a un così detto centro di secondo o terzo livello dove potrà fare controlli più approfonditi e più precisi. Nessuna paura se ciò avviene perché è molto frequente che le apparecchiature utilizzate negli stdi ginecologici non siano così all’avanguardia come quelle usate nei centri specializzati. Quindi non intimoritevi che il vostro ginecologi vi rimanda ad un controllo più approfondito.
Per la seconda ecografia in genere si esegue l’ecografia addominale. Anche in questo caso la procedura è semplice ed indolore. La futura mamma si sdraia sul lettino con il ventre scoperto, sul ventre viene spalmato un gel che consente la trasmissione degli ultrasuoni. La sonda collegata all’apparecchiatura dell’ecografica viene appoggiato e mosso sul ventre della futura mamma e le immagini captate vengono trasmesse sullo schermo. Consente di verificare e valutare il corretto sviluppo degli organi del feto (cuore, testa, colonna vertebrale, arti, fegato, reni) non è raro che se il bimbo è in posizione favorevole si possa verificarne il sesso.
Tra la trentesima e la trentaduesima settimana si può fare la terza ecografia di controllo che consente di verificare la corretta crescita del bambino in rapporto all’epoca gestazionale. Quindi il medico procede alla misurazione della circonferenza della testa, alla lunghezza del femore. Si valuta anche la posizione del bambino per organizzare, qualora il bimbo si trovi in posizione podalica, un parto cesareo.
In caso di gravidanze a rischio è opportuno eseguire ecografie più frequenti che, oltre a monitorare il bambino, tranquillizzeranno anche i futuri genitori. Le ecografie hanno infatti, rispetto agli altri esami, il potente potere di stabilire un contatto emotivo molto stretto con il bambino: una sorta di ponte che consente, per la mamma, di visualizzare cosa accade nella sua pancia, e per il padre di essere coinvolto come è giusto che sia, nella gestazione.
Le ecografie spesso rimandano ad altri esami, come, ad esempio alla flussimetria che permette di verificare il corretto funzionamento degli scambi di nutrimento ed ossigeno tra mamma e figlio. Ossia se la placenta funge correttamente.
Tra la 10 e la 14 settimana l’ecografia consente anche di controllare la translucenza nucale. Questo test permette di verificare e stabilire il rischio del bambino di essere affetto da sindrome di Down o da altre malattie dovute ad alterazioni cromosomiche. Si tratta di misurare lo spessore della zona sottocutanea della nuca del feto: dall’ottava settimana, in caso di anomalie, si può accumulare del liquido proprio in quest’area, che diventa translucente (un ispessimento scuro tra due linee più lucenti). Il liquido porta ad un gonfiore che può essere sintomo anche di altre anomalie : attraverso l’esame della translucenza nucale si misura lo spessore dell’edema che, se supera una certa soglia, potrebbe essere sintomo di anomalie. Il condizionale è d’obbligo perché il solo esame della translucenza nucale non può essere indicativo di problemi certi, tant’è che alcuni medici non sottopongono nemmeno la donna a questa tecnica ma la rimandano direttamente alla amniocentesi o alla villo centesi. La villocentesi e l’amniocentesi possono infatti dare un esito certo rispetto a questo tipo di anomalie..
Oltre che stato di salute del bambino e condizioni dell’utero materno con la ecografia si possono anche “scoprire” particolarità del bambino in arrivo: il sesso ad esempio. La cicogna porterà un maschietto o una femminuccia? Questa domanda è la prima che si pongono i genitori in attesa. In teoria l’ecografia può rivelare il sesso del nascituro già dall’inzio del quarto messe di gravidanza, ossia nel periodo in cui gli organi genitali sono formati. Questo in teoria però, perché nella pratica accade che spesso i bambini non sono in posizione favorevole, sono messi in posizioni particolari che non consentono di verificarne il sesso.
Riassumiamo dunque quelle che sono le principali fasi ecografiche
La prima ecografia si può fare dalla fine della sesta settimana ma i ginecologi tendono a dare appuntamento tra la la 10°e la 14° settimana così da consentire di visualizzare più elementi.
Il tipo di esame è generalmente transvaginale e consente di valutare come procede la gestazione, di determinare la data presunta parto, di verificare se si tratta di un solo embrione o di gravidanza gemellare.
La seconda ecografia si fa tra la 16° e la 20° settimana
Il tipo di esame è addominale consente di verificare il corretto sviluppo degli organi del bimbo e la crescita di circonferenza cranio ed arti.
La terza ecografica si fa tra la 30°e la 32° settimana
Il tipo di esame è addominale e consente di verificare l’accrescimento del bimbo e anche la posizione per considerare la possibilità di un eventuale parto cesareo.
Queste le tre ecografie praticamente d’obbligo, a queste si possono associare altri controlli ecografici (sempre considerando che si tratta di un esame che non ha alcuna controindicazione). Per le gravidanze che presentano qualche problema (diabete, ipertensione etc) è consigliabile fare qualche controllo in più sia per monitorare costantemente la situazione che per tranquillizzare i futuri genitori.
Ciao mi scusi volevo farle una domani il mio ultimo ciclo e venuto il ventitré gennaio e sarei di cinque settimane sn andata dal ginecologo e mi a dtt Ke c è la camera gestazionale ma è piccola di 10 mm ma è normale Ke nn si è visto ancora il cuore battere w il bambino