Quando un bimbo di età inferiore ai sei mesi viene portato dal dottore perchè è ammalato, otto volte su dieci si tratta di un disturbo intestinale. Questo non succede perchè il lattante ha l’intestino delicato, anzi in genere ha un apparato digerente che di solito è perfettamente normale e funziona benissimo. Le cause dei suoi dolori sono di altra natura.
In primo luogo, è un fatto che n queto periodo della vita la alimentazione di un essere umano dipende interamente dalla volontà altrui: sia per quanto riguarda la qualità che per quanto riguarda la quantità: il bimbo non può difendersi, non può scegliere, non può opporre alcuna valida resistenza, egli è completamente alla mercé di quelli che decidono ciò che va bene per lui (i genitori!).
In secondo luogo al lattante, più che ai bambini delle età successive, viene applicata la regola: grassezza uguale salute, la dieta diventa un mito l’appetito una sorta di sacro fuoco che se si spegne scatena catastrofi e mette angosce tremende nei genitori, il cibo è una sostanza miracolosa. Insomma quando si pensa all’allevamento di un lattante, automaticamente si pensa alla sua nutrizione, e solo a questa. Tutto il resto viene dopo, a molta distanza.
Questa duplice situazione alimentare porta ad una serie di conseguenze: la ricerca di latte migliore, praticata spesso attraverso una sequenza infinita di prove, di esperimenti, di cambiamenti; la tendenza a rimpilzare il bambino fino agli estremi limiti delle sue capacità di assorbimento; l’ansia di sbagliare che porta i genitori a provare qualcosa, poi a tornar indietro, poi a provarne un’altra e di nuovo a sospendere tutto, disturbando non poco le normali funzioni del piccino; il terrore della fame, della sete, dell’indebolimento, della denutrizione e di varie altre cose con relativi provvedimenti di emergenza per lo più molto strani. Tutte queste conseguenze portano inevitabilmente ai disturbi intenstinali. Quante volte vi siete sentiti dire dal pediatra al quale vi siete rivolti per lamentare il mal di pancia del piccolo “mangia troppo”.?
Ovviamente non essendo in grado di parlare il neonato non può riferire che il suo è un mal di pancia, ma ci sono modi per riconoscere il disturbo intestinale.
I primi segni di un disturbo intestinale non sempre sono evidenti. Molto spesso soltanto la mamma, che in quste cose ha una sensibilità speciale di cui madre natura l’ha dotata, riesce a capire che c’ qualcosa che non va. Il bambino, per esempio, sta apparentemente bene, mangia con il solito appetito, non mostra alcun sintomo di malessere. Però la bilancia rivela un arresto della crescita. E’ il momento di stare attenti: può essere che il bambino non aumenti di peso perchè la sua razione è insufficiente ma può essere vero anche il contrario, ossia che mangi troppo e non riesca più ad assimilare nulla per il sovraccarico. I pediatri chiamano questo fenomeno reazione paradossa: più il bambino mangia e meno cresce.
Un altro segnale importante è l’improvvisa diminuzione di appetito, forse non molto rilevante ma che si prolunga giorno dopo giorno. E’ chiaro che non si deve forzare il bambino a mangiare ugualmente tutta la sua razione, tutto sommato l’inappetenza ha il valore di un meccanismo di difesa, mediante il quale l’organismo cerca di prevenire il disturbo intestinale.
Altre volte il bambino manifesta una sete intensa che sembra inesauribile. Non vuole più mangiare ma continuerebbe a bere. Anche in questo caso conviente accontentarlo. L’acqua male non fa.
Un rigurgito che diventa sempre più frequente deve pure fare sospettare un disturbo in incubazione. Molti lattanti rigurgitano abitualmente e questo può non significar nulla. Ma se il rigurgito continua ad aumentare e se si accompagna ad altri segni come diminuzione dell’appetito, sete, agitazione, nervosismo, allora occorre rivolgersi al pediatra.
Talvolta una malattia a carico dell’apparato digerente può essere preceduta da un’alterazione febbrile. Forse la febbre è dovuta a qualcos’altro per esempio ad un raffreddore o a un’otite ma non si deve dimenticare che nel lattante praticamente tutti i disturbi possono complicarsi con una forma intestinale. In caso di temperatura febrile è sempre bene perciò alleggerire la dieta e sorvegliare con maggior cura le funzioni digestive del bambino.
Anche uno stato di agitazione inspiegabile deve essere consideato sospetto. Non è vero che tutte le volte che il bambino piange soffre di mal di pancia o coliche ma è comunque molto frequente che i suoi pianti siano legati a dolori di pancia.
Infine il segno premonitore più importante di tutti, quello del funzionamento dell’intestino. Occorre stare attenti alle scariche del bambino: non di rado sembra che tutto proceda regolarmente, il numero delle scariche è quello di sempre, le feci sono di aspetto normale. Ma hanno un odore particolare e provocano un arrossamento della pelle del piccolo nella zona perianale. Questo significa che il contenuto intestinale è diventato troppo acido o troppo poco, e cioè che la situazione non è perfettamente a posto.
Altre volte l’esplosione della malattia è preceduta da un periodo di stitichezza inconsueta. Altre volte ancora, al contrario, le evacuazioni si vanno facendo poco a poco più numerose, meno solide, talora con residui indigeriti, o qualche blocchetto di muco o schiumose. In tal caso è più che evidente l’opportunità di controllare accuratamente la dieta abolendo il latte o diminuendolo in attesa dell’evolvere della situazione.
Tutti questi segni possono ovviamente associarsi tra loro in vari modi o presentarsi isolatamente; l’essenziale è accorgersi per tempo della loro presenza e riferirli al medico.
Se, nonostante ogni precauzione, il disturbo intestinale arriva dovrete badare alla presenza di questi fenomeni che vi aiuteranno a valutare l’importanza della malattia:
diarrea, vomito, agitazione intensa, calo di peso, febbre, occhi alonati, viso affilato. Il disturbo associato a uno o più di questi fattori devono essere riferiti al medico.
I primi provvedimenti per un disturbo intestinale sono pochi e semplici: non dare da mangiare fino alle indicazioni del medico, dare da bere onde evitare la disidratazione, non dare medicine se non prescritte dal medico, non tenere il bambino al caldo perchè il caldo intenso è controproducente.
Foto CC BY di Julien Haler