I linfonodi sono organi linfoidi periferici, ossia organi del sistema linfatico siti nei collettori linfatici che drenano i tessuti, ossia situati laddove si concentra la linfa che combatte le infezioni.
Il loro ruolo è quello di consentire una risposta immunitaria in caso di necessità, sono infatti una sorta di filtri che combattono virus e infezioni; in essi si genera anche la memoria immunologica.
In alcune parti del nostro corpo ci sono alcune zone (collo, ascelle, linguine) nelle quali i linfonodi sono maggiormente concentrati. La loro dimensione varia in genere da 1 a 25 mm.
Quando un linfonodo si ingrossa significa dunque che il nostro corpo sta combattendo contro un qualcosa (infezione, virus, infiammazione nella maggior parte dei casi). Purtroppo ci sono alcuni casi in cui i linfonodi fungono da campanello di allarme per patologie più gravi, anche tumorali, ma è bene ricordare che nella stragrande maggioranza dei casi, il linfonodo ingrossato è sintomo che abbiate una semplice infezione in corso.
E’ bene poi precisare che per quanto riguarda bambini e ragazzi l’eventualità che i linfonodi si ingrossino è ancora più comune che nell’adulto: il sistema immunitario del bambino è infatti in fase di costruzione e quindi è perfettamente normale sentire, con la palpazione, i linfonodi ingrossati. Si tratta dunque, soprattutto nel caso di bambini, di un processo del tutto fisiologico che ovviamente va comunque espresso al medico curante.
Le cause più comuni di ingrossamento dei linfonodi sono infezioni delle prime vie aeree, tosse, raffreddore, bronchite, tonsillite, mononucleosi.
Seppur il loro ingrossamento è senz’altro legato ad una di queste patologie è sempre opportuno consultare il medico per fare si che ci prescriva la cura adatta per combattere la causa del loro ingrossamento (l’infezione appunto), sarà proprio il medico a valutare il quadro clinico generale, a “palpare” il linfonodo per valutarne grandezza, mobilità e consistenza e per decidere l’iter terapeutico da seguire.
Imparare ad eseguire l’autopalpazione, soprattutto per le donne, è importante per “leggere” il nostro corpo e per verificare che non ci siano linfonodi ingrossati asintomatici che potrebbero indicare qualche patologia più seria. L’autopalpazione con esito positivo (ossia che riscontra un linfonodo ingrossato) deve essere riferita al medico.
La preoccupazione nei confronti dei linfonodi ingrossati dovrebbe esserci quando non danno dolore, quando la loro presenza perdura, nonostante le cure, per più di tre settimane, quando al loro perdurare è associato un dimagrimento ingiustificato, quando sono accompagnati da febbricola persistente, da prurito diffuso e da un’intensa sudorazione notturna, quando con il tempo aumentano di dimensione anziché diminuire.
Vediamo caso per caso i punti del corpo più comuni nei quali possono ingrossarsi i linfonodi e le cause più comuni. Abbiamo appositamente omesso le patologie tumorali perché, seppur in alcuni casi il “linfonodo sentinella” sia appunto la spia di allarme che avverte la presenza di masse tumorali, questo avviene in una percentuale bassa rispetto alla maggior parte dei casi, casi in cui, appunto, i linfonodi si ingrossano perche vogliono solo combattere alcune patologie benigne e “banali”.
Ecco quali sono.
In genere quando ad ingrossarsi sono i linfonodi del collo, che tra l’altro sono quelli che si percepiscono più facilmente, si tratta di infezioni delle vie respiratorie o del cavo orale. Anche le infezioni da streptococco causano l’ingrossamento del linfonodo del collo e, soprattutto per quanto riguarda bambini ed adolescenti, la mononucleosi è associata ad un rigonfiamento dei linfonodi in questa sede.
Quando ad ingrossarsi sono i linfonodi ascellari potrebbe trattarsi di un’infezione virale o batterica.
Se si ingrossano i linfonodi inguinali possiamo essere di fronte ad infezioni batteriche localizzate e dermatiti.
I linfonodi mediastinici ingrossati potrebbero invece essere sintomo di patologie che riguardano gli organi interni al torace: fibrosi cistica, tubercolosi, infezione da fungo.
Riassumendo:
⦁ il linfonodo ingrossato è indice di una patologia in corso, nella maggior parte dei casi benigna e “banale “(influenza, infiammazione, ascesso dentale);
⦁ nei bambini l’ingrossarsi dei linfonodi è un evento molto frequente legato allo sviluppo del sistema immunitario;
⦁ il linfonodo ingrossato dolorante e mobile non deve destare troppa preoccupazione;
⦁ occorre sempre, in caso di linfonodo ingrossato, rivolgersi al medico a meno che non si abbia una patologia in corso (tipo tosse ed influenza) alla quale inevitabilmente sia associata l’infiammazione dei linfonodi (ad esempio del collo), quindi a meno che non si abbia la certezza che l’ingrossamento del linfonodo sia da associarsi alla patologia in corso;
⦁ il perdurare della tumefazione del linfonodo e l’inefficacia della cura prescritta dal medico (ad esempio antibiotico) devono essere seguiti da approfondimenti diagnostici;
⦁ in alcuni casi il linfonodo può indicare una malattia più seria, quasi sempre accompagnata da altri sintomi, con esami specifici prescritti dal medico si potrà escludere.
Foto CC BY di Bruce Blaus
Io volevo sapere quanto tempo puo impiegare un linfonodo a rientrare dopo una mononucleosi in un adolescente grazie
Mia madre ha 86 anni da un ecografia della cute e sottocute risulta il seguente referto: In sede sovra- sottoclaveolare a SX non immagini di tumefazioni linfonodali di grandezza ed aspetto patologico.Reperto analogo contro lateralmente.In sede latero cervicale dai due lati e sotto mandibolare, si riconoscono piccoli linfonodi ovalariformi, con margini piuttosto regolari e con diametro variabile da pochi millimetri sino a circa 15mm. Sono preoccupata a chi rivolgermi per una visita specialistica ? O non devo preoccuparmi più di tanto? Confido in vs risposta al più presto.Grazie