Una delle tappe fondamentali dell’ingresso del neonato nel “mondo dei grandi” è lo svezzamento. Dalla poppata si iniziano a mangiare cibi di altre consistenze e di altri sapori. La fase dello svezzamento è una fase che, generalmente, rende entusiasti genitori e bambino anche se, come in tutte le fasi di crescita, non mancano preoccupazioni, dubbi e timori.
Non tutti i bambini reagiscono in modo uguale difronte ai nuovi gusti e spesso i genitori si demoralizzano se il bambino rifiuta il cibo. Niente allarmismi: è tutto normale. Fortunatamente i gusti che il bambino può provare sono tantissimi e quindi se un piatto non è di suo gradimento si potrà passare ad un altro gusto e riproporre il precedente in un altro momento (e non stupitevi se al secondo tentativo divorerà tutto!).
Ma quando si può inziare a svezzare il neonato? Il periodo di inizio è molto soggettivo e sarà il pediatra a darvi in dicazioni in merito, ci sono bambini allattati al seno per i quali la poppata non è più sufficiente e quindi, pur non interrompendo bruscamente l’allattamento al seno onde evitare disagi e traumi, il bimbo può iniziare ad essere svezzato. Lo svezzamento infatti non coincide (e non deve coincidere) con l’interruzione della poppata ma con il passaggio, graduale, ad altri sapori. Generalmente i bambini vengono svezzati a 6 mesi ma spesso si inizia già a 4 mesi con omogeneizzati di frutta il pomeriggio o con pappe lattee. Ovviamente i cibi devono essere omogeneizzati, non dimentichiamoci che fino al momento dello svezzamento il bimbo si nutriva solo con liquidi.
La novità dello svezzamento riguarda anche il lato psicologico. Il bambino allattato al seno, ma anche quello alimentato artificialmente, percepisce la poppata come un insieme di sensaione piacevoli: l’essere comodamente adagiato fra le braccia materne, nel tepore e nel profumo della mamma. Con l’inizio dello svezzamento queste sensazioni si vanno dissolvendo. In pratica per il bambino lo svezzamento rappresenta un distacco. Per questo è bene rapportarsi con il piccolo in modo sereno ed ottimista. Le regole da seguire in questo senso si possono riassumere nei seguenti punti, (da osservare con la consapevolezza che, comunque, non esistono regole precise):
– il cucchiaino deve incuriosire il bambino, deve essere una sorta di gioco, di strumento che gli consente di “mettere dentro di lui” qualcosa di buono (il cibo)
– la fretta, anche in questo caso, non aiuta. Le varie fasi dello svezzamento vanno attentamente distribuite nelle settimane e nei mesi. E’ importante non passare precipitosamente dall’allattamento ad una dieta mista.
– non fare confronti con altri bambini (se ascoltate tutte le mamme potreste imbattervi con alcuni bambini “prodigio” che mangiano pastasciutta e cinghiale a sei mesi), ogni bambino è diverso dall’altro e l’inzio dello svezzamento (e le fasi dello stesso) non possono essere MAI paragonate tra loro.
Il periodo dello svezzamento, concludendo, è diverso per tutti i bambini e per tutte le mamme, per capire quando è il momento giusto occorre osservare il bambino e capirne le esigenze, consultare il pediatra che dispone di paramentri “tecnici” (peso, altezza, curva di crescita) altamente indicativi per il periodo di inizio dello svezzamento e, soprattutto, trasmettere serenità ed entusiasmo al bambino che così affronterà questo importante passo con la consapevolezza che, anche se non avrà più la soddisfazione della suzione, ne avrà altre molto interessanti.