Quando scatta la quarantena

Quando scatta la quarantena

Quando scatta la quarantena
Quando scatta la quarantena

Una domanda che in questi giorni è all’ordine del giorno in quasi tutte le famiglie “Quando scatta la quarantena?” in effetti la situazione non è chiarissima e le modifiche sono sempre in essere.

E’ un’evenienza sempre più probabile, dovuta all’aumento dei casi positivi: si viene a conoscenza di essere stati in contatto stretto con un un positivo al Covid-19, come comportarsi?

Quando scatta la quarantena? Quanto tempo si deve restare in isolamento? Ecco le risposte


Chi sono i contatti stretti

Ci sono contatti e contatti e proprio dal tipo di contatto scatta la sorveglianza sanitaria. La sorveglianza scatta solo in caso di contatto stretto e cioè quando un convivente è positivo, se si ha avuto un contatto fisico diretto con un positivo, se si è stati più di 15 minuti a distanza ravvicinata con un positivo, se si è stati nella stessa stanza al chiuso con un positivo senza Dpi idonei oppure se si è viaggiato nello stesso mezzo di trasporto (entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso positivo). Il viaggio (in treno o in autobus) deve essere però della durata superiore ai 15 minuti.

Cosa fare quando si ha avuto un contatto stretto

Se si è avuto un contatto stretto con un positivo parte il protocollo di sorveglianza sanitaria che variano a seconda dello stato di vaccinazione.

Il primo passo da fare è isolarsi, ed avvisare il proprio medico di base che, a sua volta, informerà l’Asl competente alla quale spetterà disporre ufficialmente il periodo di quarantena o di sorveglianza. Si devono evitare i contatti con altre persone e si deve entrare in quarantena. Per quanto tempo? Ecco qui le regole cambiano le regole per i vaccinati e i non vaccinati

Per i vaccinati il periodo di quarantena dura 7 giorni: dopo una settimana dal contatto si può eseguire un test molecolare o rapido e se il risultato è negativo si può uscire dalla quarantena. Nella circolare dello scorso 11 agosto, il ministero prevede anche che i vaccinati possano uscire dalla quarantena senza aver effettuato un tampone dopo 14 giorni, sempre a patto di non avere i sintomi tipici della Covid-19. I non vaccinati devono invece restare in quarantena per 10 giorni e poi possono eseguire un tampone. Se il risultato è negativo, si potrà uscire dalla quarantena. Ovviamente in entrambi i casi si parla di assenza di sintomi.

Nuove regole: la quarantena breve

il 29 dicembre è stato convocato Il Cts per poter eventualmente ridurre la quarantena per i contatti stretti che abbiano già ricevuto la terza dose del vaccino. Il periodo di isolamento può ridursi tra i tre e i cinque giorni.

Questa proposta nasce dall’esigenza di limitare le persone in isolamento visto l’alto numero di contagi dovuti alla varienta Omicron. Una sorta di compromesso volto a garantire la sicurezza sanitaria senza bloccare il paese. A ciò si aggiunga che le persone che hanno ricevuto la terza dose vaccinale hanno meno probabilità di contagiarsi.

Nuova variante Omicron

La nuova variante Omicron che sta mandando in tilt il paese presenta sintomi diversi dal virus come lo conoscevamo. Ecco come cambiano i sintomi.

I primi dati confermano che Omicron è meno aggressiva della variante Delta ma è più abile a camuffarsi e quindi più contagiosa. I sintomi distintivi del covid sono da sempre la perdita di gusto e olfatto. Si tratta di simboli più raramente presenti con la nuova variante. Raffreddore, con mal di testa e dolore alle ossa, bruciore alla gola, raramente febbre alta. Si veste quindi da influenza stagionale. Meglio, direte voi. Fino ad un certo punto, perchè si tratta di sintomi che spesso passano inosservati o che vengono sottovalutati alzando quindi il rischio di contagiare gli altri compresi i soggetti fragili che rischiano invece di ammalarsi gravemente.

E’ quindi importante non sottovalutare starnuti, naso tappato e sinusiti.

Omicron colpisce più le vie aeree superiori come naso e gola questo perchè questa variante si moltiplica 70 volte più rapidamente rispetto a Delta nei bronchi, mentre nelle cellule dei polmoni la replicazione è molto più lenta rispetto alla variante Delta. Per il virus è molto più facile uscire dai bronchi e contagiare gli altri. Ma, nel contempo, ha meno possibilità di provocare danni gravi ai polmoni che portano la perdita del respiro e che sono la causa della maggior parte dei decessi per Covid.

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