Quando iscrivere il bambino alla Scuola Materna?

1Al giorno d’oggi spesso entrambi i genitori lavorano e i piccoli vengono mandati al nido già a pochi mesi ma qualora questo possa essere evitato si può pensare di “saltare l’asilo nido” e di mandare il bambino direttamente alla scuola materna.

Nonostante, infatti, gli asili nido siano talvolta essenziali ed indispensabili quando si lavora in due, e nonostante i bambini siano accuditi e seguiti da personale specializzato, al quale tra l’altro spessissimo si affezionano, molte scuole di pensiero consigliano, laddove è possibile, di evitare l’asilo nido e di affidare i bambini, nel caso in cui entrambi i genitori lavorino, ai nonni. Perché prima dei tre anni i bambini sono comunque troppo piccoli per condividere il gioco con coetanei ed il nucleo ideale per la loro formazione è la famiglia: genitori e nonni, sono loro i custodi di tutte le informazioni necessarie ai bambini di quell’età. Quindi l’asilo nido va pensato non come luogo di apprendimento e di “palestra” per quella che sarà la Scuola dell’obbligo ma solo come una sorta di nursery, un centro di babysitter specializzate dove il bambino potrà restare fino al termine dell’orario di lavoro e nel quale senza dubbio si divertirà e trascorrerà ore piacevoli ma che non ha nulla a che vedere con quello che è il ruolo della Scuola Materna.

L’età giusta perché il bambino possa intraprendere il suo percorso “scolastico” è intorno ai due anni e mezzo- tre anni, e coincide con l’età d’ingresso alla Scuola Materna. Ciò non significa che i bambini che frequentano il nido rischiano problemi di qualche tipo, anzi, al nido si divertono e imparano tante cose (ad esempio i più “grandicelli” vengono indirizzati all’uso del vasino) ma è solo dai tre anni che il bambino è realmente in grado di condividere il gioco con altri coetanei.

2A questa età generalmente i bambini, quasi tutti, hanno conquistato la libertà dal pannolino, sanno parlare correttamente e comunque esprimersi in maniera chiara, accettano “di più buon grado” il distacco dalla mamma. Accettare con “più buon grado” non significa che il bambino non soffrirà del distacco o che non lo esprimerà con pianti e crisi ma che ha l’età giusta per affrontarlo. Certo che, se piccolissimi, i bambini che vengono portati all’asilo nido potrebbero anche non piangere ma ciò non significa che non siano “consapevoli” di non essere con la propria mamma. A tre anni la reazione è senza dubbio diversa: più eclatante o comunque più significativa (tanto dipende dal carattere del bambino) ma molto più alla portata dell’età del bambino.

In moltissimi casi, inoltre, l’asilo nido non agevola come si potrebbe pensare, l’ingresso alla Scuola Materna: si tratta di ambienti diversi con scopi diversi. Mentre il primo è, come dicevamo, una sorta di nursery, il secondo è proprio una Scuola dove si imparare stare insieme, a condividere il gioco, a seguire delle regole dettate da un adulto diverso da genitori, nonni e zii. Per questo non è affatto strano che il bambino che ha frequentato l’asilo nido abbia ugualmente la “crisi di ingresso alla Scuola Materna” tale e quale al bambino che è non l’ha frequentata. Anzi spesso è traumatico proprio il passaggio dal nido alla scuola materna.

La Scuola Materna è un autentica prova per il bambino e come tale porta con sé momenti di crisi. Ma il compito dei genitori sta nel “placare” il più possibile la sofferenza portata dalla crisi. Vediamo come si può aiutarlo:

Intanto i genitori devono essere sereni dell’inizio della nuova avventura della Scuola Materna perché, spesso, inconsapevolmente, si “oppongono” a questa novità e trasmettono al bambino le proprie ansie e le proprie paure: “prenderà tante malattie” (si, può essere ma poi guarirà), “è troppo faticoso per mio figlio” (i bambini sono instancabili soprattutto quando si divertono), sono solo alcune delle classiche “scuse” che i genitori trovano per rimandare l’inizio della Scuola Materna. Ma rimandarlo troppo, a 4 o 5 anni, equivale a levare una bella possibilità di crescita per il bambino, bella e fondamentale. I bambini crescono e, inevitabilmente, si “condividono” con altri, inevitabilmente hanno interessi che sono fuori dalla porta di casa. La crescita è anche questo ed il ruolo del genitore è quello di accompagnarlo, aiutarlo e sostenerlo. Frequentare la Scuola Materna è un diritto del bambino, un modo per aiutarlo a crescere, a condividere gioco e nozioni con i coetanei, ad imparare da altri adulti (specializzati tra l’altro).

3La rigidità è sconsigliata, ma non la fermezza, quindi si deve abituare gradualmente il bambino all’asilo. Il periodo di inserimento è sicuramente indispensabile ma, se anche quando terminato qualora il bambino continua ad avere difficoltà è meglio, se possibile, limitare l’orario alla sola mattina. Accompagnarlo personalmente e tornarlo a prendere personalmente senza delegare terzi è un’abitudine che aiuterà senz’altro il piccolo. Un giorno di vacanza ogni tanto non è la fine del mondo, certo non deve diventare un’abitudine ma il bambino non deve sentirsi “ostaggio” della Scuola Materna, piuttosto deve imparare ad andarci volentieri. Non è raro trovare bambini che sono passati dalla fase di repulsione per l’asilo ad una voglia sfrenata di frequentarlo anche durante il fine settimana.

E’ bene chiedere con entusiasmo e condividere con il bambino la sua nuova esperienza: farsi raccontare a cosa ha giocato, chi ha conosciuto, chi sono i suoi nuovi amici, come si chiamano le maestre eccetera è un bel modo per fare sentire la presenza e l’interesse del genitore.

Occorre preparare il bambino alla scuola materna; questo significa favorire in ogni modo la sua indipendenza e la sua autonomia e si può fare non opprimendolo continuamente con troppe attenzioni e con eccessive ed infondate paure, non ostacolando le sue iniziative, lasciandogli un po’ di spazio tutto per lui.

Portare il bambino a visitare la scuola prima del suo inizio, visitare le classi e farlo famigliarizzare con quello che sarà un nuovo ambiente sarà un modo per fargli sentire meno il distacco da casa.

Il giorno di inizio vige la regola del sorriso: niente visi tesi o lacrime o drammi altrimenti il bambino penserà davvero che la nuova esperienza non abbia nulla di positivo.

Visto che l’inizio della Scuola Materna coincide con gli inizi di Settembre, esattamente come per le altre scuole, e visto che il mese di Settembre regala ancora giornate calde e piacevoli, si può, direttamente all’uscita dalla Scuola Materna portare il bambino a giocare all’aperto, spiaggia o prato cosicché associ comunque l’inserimento all’asilo con qualcosa di piacevole e affinché si possa promettere (e mantenere) che “quando ti vengo a prendere andiamo al mare”

1Altra “regola” è quella di non mandare il bambino alla Scuola Materna come se fosse una sorta di punizione. Alcuni genitori annunciano l’inizio della suola con frasi del tipo: “vedrai adesso come ti faranno rigare dritto” e frasi simili. Spesso alla radice di un ostinato rifiuto del bimbo alla Scuola Materna ci sono frasi di questo tipo. La scuola materna deve rappresentare un premio non un castigo.

Non bisogna considerare la Scuola Materna come un corso di specializzazione: l’asilo non è fatto per insegnare a leggere ed a scrivere ma per permettere ai bambini di vivere insieme, di collaborare, di inserirsi in una comunità e farsi delle amicizie. Quindi non aspettatevi progressi in questo senso che magari ci potrebbero anche essere ma la Scuola Materna non “sforna” piccoli geni, non è questo il suo ruolo, ma piuttosto bambini sereni capaci di giocare assieme, di condividere idee, bambini che stanno formando e dettagliando la loro personalità, che sanno accettare i “no” e le regole.

E’ bene sopportare “di buon grado” le reazioni negative e i cambiamenti del bambino alla Scuola Materna: indubbiamente l’ambiente della scuola procura piccole delusioni, dispiaceri e contrarietà nel bambino. Non solo non ci sono i genitori pronti a correre ad ogni sua chiamata ma la presenza dei compagni e delle maestre lo costringono ad un notevole autocontrollo, cioè ad uno sforzo. Così, molto spesso, quando torna a casa il bambino si scatena e scarica tutto quello che ha dovuto tenere dentro. E non basta: può succedere che insieme ai suoi piccoli compari faccia collezione di “parolacce” che userà come proiettili per dimostrare la propria forza, per intimorire ed attirare su di sé l’attenzione. Castighi e rimproveri confermeranno al bambino il potere della brutta parola, quindi è meglio lasciare cadere la cosa, anche perché i bambini non sono particolarmente affezionati alle brutte parole e, alla fine, il linguaggio che utilizzeranno sarà quello che ascoltano in casa propria.

Detto questo è bene sottolineare che la Scuola Materna è sostanzialmente necessaria perché rappresenta la vera preparazione per la scuola dell’obbligo, la palestra nella quale il bambino impara l’arte, non sempre facile, del vivere insieme. Ed è bene pensare che l’inevitabile crisi che accompagna il distacco porta con sé anche il progresso, il passo avanti nella crescita di vostro figlio.

http://www.nostrofiglio.it/4-6-anni/Scuola/alla-scuola-materna-il-momento-del-distacco.html

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