Chiodi e viti sono elementi di fissaggio simili, che si sfruttano però per usi ben diversi tra di loro. Le viti infatti hanno un fusto filettato, che consente di fissarle in modo che non si muovano indipendentemente dai carichi e dalle sollecitazioni esterne su di esse esercitate; si allentano solo utilizzando un utensile apposito. Il chiodo invece è privo di filettatura e viene usato per fissare in maniera statica un oggetto a un altro. In questo articolo vedremo quali sono le varie tipologie di chiodi e di viti e come utilizzarli.
Tipologie di chiodi
Sebbene ci siano numerosi modelli, per fare chiarezza abbiamo chiesto agli esperti di “Mondo Fissaggio” di spiegarci brevemente la differenza tra le varie tipologie di chiodi presenti sul mercato. La maggior parte di chiodi sono costituiti da una parte dritta in metallo, che ha da una parte una testa appiattita e dall’altra parte una punta acuminata. La testa è appositamente progettata per fornire una superficie d’appoggio tramite cui colpire il chiodo con un utensile a percussione, in modo da infilarlo in un materiale; la punta invece agevola l’ingresso nel materiale, rendendo l’attività di inchiodatura più veloce e semplice.
I chiodi si differenziano poi per materiale, dimensioni, ampiezza e forma della testa; inoltre ne esistono di montati in bobine o stecche. Si tratta di chiodi fissati a nastri in carta o materiale plastico, che si inseriscono in appositi utensili chiamati chiodatrici. Questo tipo di gestione dei chiodi consente di fissarne un ampio numero in un ridotto lasso di tempo. I chiodi si usano in vari campi: in edilizia, nella produzione di mobili, per il fissaggio di rivestimenti. Sul sito di “Mondo Fissaggio” è possibile trovare un catalogo di chiodi a tre punte, 4 punte e chiodi da 20 cm per vari materiali.
Tipologie di viti
Le viti, invece, sono degli elementi di fissaggio costituiti da un fusto filettato e da una testa, che può avere forma appiattita, bombata, svasata. Sulla testa è presente un incavo, che consente di serrare e allentare la vite con appositi utensili, sia di tipo manuale che elettrici o ad aria compressa. Dalla parte opposta della testa è presente una punta, che può essere affilata, appiattita o dalle forme particolari. Le viti con punta affilata sono quelle adatte ad essere serrate su materiali duttili e morbidi, come il legno o il cartongesso. Le viti a testa piatta sono anche dette viti meccaniche e si usano su materiali precedentemente forati. In questo caso la vite entra a far parte di un bullone, insieme con un dado di fissaggio e una o più rondelle. Anche per le viti ne troviamo di tante dimensioni e forme diverse, oltre che di numerosi materiali. Nella maggior parte delle applicazioni si sfruttano viti in metallo, solitamente acciaio inossidabile.
Come si fissano viti e chiodi
I chiodi si fissano utilizzando un martello o una chiodatrice (se non sai cos’è qui un articolo di approfondimento); se il materiale in cui si inserisce il chiodo è molto resistente è possibile preparare un foro passante, in questo caso però sarà necessario ripiegare la punta del chiodo dopo averlo fissato, in caso contrario si sfilerebbe con facilità. Anche i chiodi di tipo particolare, ad esempio ricurvi o a più punte, si fissano con strumenti a percussione, battendo sulla testa. Le viti si fissano invece inserendo il filetto nel foro già preparato o nel materiale morbido, applicando un lavoro di torsione: girando la vite il filetto si inserisce nell’apposito alloggiamento o nel materiale in cui la si deve fissare. A tale scopo si può usare un cacciavite, oppure avvitatori a batteria.