La nostra è una lingua bellissima e anche molto complessa. Ma spessissimo la grammatica, ed in particoare i modi verbali, crea delle stonature che rovinano tutto il discorso. Uno dei modi maggiormente usati impropriamente è il condizionale. Andiamo quindi a capire quando usare il condizionale.
Cos’è il modo condizionale
Il condizionale è un modo che non ha il primato di problemi di utilizzo o di errori, questo primato spetta decisamente al modo congiuntivo. E’ tuttavia un modo che segue particolari regole, piuttosto articolate.
Il condizionale, come ben si evince dal nome, è il modo della possibilità che è subordinata o condizionata a una o più condizioni. Attraverso il modo condizionale si esprime un evento, una situazione o un’azione come una cosa possibile o realizzabile solo a certe condizioni solo “a patto che”, “a condizione che”.
Questo evento è chiamato apodosi mentre la condizione necessaria affinché il fatto si realizzi è chiamata protasi. In sostanza, il modo condizionale segnala che la realizzazione dell’azione espressa dal verbo è condizionata da altri fatti. Facciamo un esempio: “Dormiresti meglio, se mangiassi meno la sera”.
“Verrei volentieri, se non piovesse cosi forte”. “ti accompagnerei volentieri, se avessi l’auto”.
Il nome condizionale deriva dal latino “condicio”, il verbo latino “condicere” significa accordarsi, stabilire insieme proprio a sottolineare una situazione o un evento che sono subordinati al verificarsi di un altro fatto.
Il condizionale si può usare da solo, in tal caso può esprimere:
- Un desiderio: “Mi piacerebbe fare un viaggio”.
- Un dubbio: “Come potrei risolvere questo dilemma?”.
- Un’opinione personale: “Mi sembrerebbe giusto avvisarlo”.
- Un parere personale su come si sarebbe agito “Io avrei fatto diversamente” o ancora “io non avrei mai detto una cosa del genere”
Tempi del modo condizionale
Il modo condizionale ha due tempi verbali: il condizionale presente ed il condizionale passato, uno semplice ed uno composto:
- il presente (tempo semplice): farei, useresti, mangerebbe ecc. E’ il tempo usato per esprimere dubbio, ipotesi o possibilità nel presente;
- il passato (tempo composto): avrei fatto, avresti usato, avrebbe mangiato ecc. E’ il tempo usato per esprimere dubbio, ipotesi o possibilità nel passato.
Vediamo le regole d’impiego di entrambi i tempi
Il condizionale presente
Il condizionale presente si usa per indicare un evento che potrebbe accadere nel presente a condizione che si realizzi o che si sia realizzato un altro evento. Per esempio: “Se tu mangiassi di meno, saresti più magro”, “se tu camminassi di più, saresti più in forma”.
Il condizionale presente si impiega anche, nelle proposizioni principali o in quelle dipendenti, iper i seguenti casi:
- Per esprimere una richiesta: “Mi passeresti il sale?”.
- Per esprimere un’ opinione personale: “A mio parere, dovrebbe fare più attenzione”
- Per esprimere una supposizione: “sembrerebbe di si…”.
- Per esprimere un disappunto: “Come sarebbe a dire?”, “E tu chi saresti?”.
- Per esprimere un dubbio nel discorso diretto: “Come potrei vestirmi?”.
- Per esprimere un dubbio nel discorso indiretto: “Proprio non ho la minima idea su cosa potrei indossare”.
Il condizionale passato
Il condizionale passato si usa per indicare un evento che sarebbe successo nel passato se si fosse verificata una data condizione: “Se tu avessi studiato di più, avresti passato l’esame”.
Esattamente come il condizionale presente, anche il condizionale passato è utilizzato nelle proposizioni principali o in quelle dipendenti per:
- Indicare una supposizione: “quindi, Giovanna avrebbe perso il lavoro”
- Indicare un’opinione personale: “A mio parere, ti sarebbe bastato fare più attenzione per passare l’esame”.
- Indicare un dubbio nel discorso diretto: “Cosa avrei dovuto fare?”.
- Indicare un dubbio nel discorso indiretto: “Secondo te con chi avrei dovuto parlare?”.
Con il tempo passato, il condizionale viene usato per indicare un fatto che si sarebbe potuto realizzare in un momento successivo, ossia per esprimere l’idea del futuro nel passato. “Era ovvio che si sarebbero lasciati”.
In questi casi si intende quasi sempre dare l’idea del futuro nel passato, in particolar modo quando i verbi indicano speranza, previsione, promessa, timore ecc.
Quando usare il condizionale
Il condizionale è il modo in cui tipicamente si esprime la certezza della non realizzazione di un evento o l’incertezza della realizzazione di quest’ultimo.
Le forme tramite cui le quali il condizionale può essere espresso sono diverse: si può usare come forma “di cortesia” (mi piacerebbe uscire con te), anche e soprattutto nelle domande (mi presteresti il telefono?), o può essere connotato a sensazioni di insicurezza (potrei impazzire se mi lasciassi).
Ma il condizionale può essere anche utilizzato al futuro, per esprimere un concetto non ancora accaduto ma pur sempre “sottoposto a condizioni” (ti passarei a trovare domani – che sottintende “se tu fossi d’accordo”è “se non ci saranno probelmi”).
Spesso il condizionale si coniuga al verbo “dire”, per manifesatre incertezza (direi che è una faccenda complicata), oppure si usa per fare riferimento ad un fatto accaduto al quale non si è ha assistito personalmente, in tal caso di parla di condizionale di dissociazione. Es: Secondo gli studi la cura avrebbe abbassato la percentuale dei malati del 70 %.
Il condizionale si rivela quindi un preziosissimo alleato per moltissimi impiegi: lo si può usare davvero in molteplici occasioni. Avete capito come si usa? No? Beh citando proprio il modo oggetto dell’articolo vi rispondo: “Lo avreste capito se aveste letto con attenzione l’articolo”.