Siamo prossimi alla data dell’atteso assegno unico per i figli. La data fissata è il 1° luglio 2021, data dalla quale il 95% delle famiglie italiane dovrebbe iniziare a percepire un assegno mensile il cui importo arriva fino a 250 euro per ogni figlio a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni di età. Andiamo a vedere nel dettaglio di cosa si tratta.
Cos’è l’assegno unico
L’assegno unico è stato introdotto dal Family Act, rientra tra le misure per le famiglie del 2021, ed è oggetto di un disegno di legge che delega il Governo ad emanare i decreti atti a renderlo operativo dal 1° luglio 2021.
Si tratta di un vero e proprio contributo mensile dello Stato rivolto a tutte le famiglie per ogni figlio a carico (dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni) e che è volto a sostituire i sostegli attualmente attivi: detrazioni per figli a carico ed assegni al nucleo familiare.
Gli importi sono stati calcolati basandosi sul fondo di 15 miliardi stanziato appositamente nel 2019, ai quali vanno aggiunti altri 3 miliardi destinati dalla legge di bilancio del 2021 che diventeranno 6 a partire dal 2022 nel momento in cui l’assegno unico sarà a regime.
Gli importi dell’assegno unico varieranno in funzione al reddito del nucleo familiare calcolato tramite ISEE e dovrebbero arrivare fino a 250 euro mensili a famiglia.
L’assegno unico ha quindi queste caratteristiche:
- si tratta di un assegno vero e proprio o di un credito d’imposta
- parte dal settimo mese di gravidanza e arriva fino ai 21 anni di ciascun figlio
- ha un importo che tiene conto anche dell’ISEE
- è diretto ai genitori lavoratori dipendenti, anche autonomi e incapienti
- può essere percepito direttamente dai figli maggiorenni
- sostituisce ANF e detrazioni IRPEF
Chi ha diritto all’assegno unico
L’assegno unico per i figli è riconosciuto mensilmente e spetta a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni. E’ possibile fare richiesta solo se sussistono tutti i seguenti fattori.
- Il genitore deve essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o esser suo familiare. Ne hanno diritto anche i cittadini di uno Stato non appartenente all’Unione europea, titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale
- il richiedente deve pagare le imposte sul reddito in Italia
- la domanda deve essere fatta da chi vive con i figli a carico in Italia
- il richiedente deve essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, o esser titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato con una durata di almeno due anni.
Come si calcola l’assegno unico per i figli: gli importi
L’assegno unico è composto da un parte fissa che il cui importo ammonta al massimo a 100 euro a figlio ed una parte variabile, riconosciuta sulla base del reddito ISEE e che dovrebbe azzerarsi per redditi ISEE attorno ai 60 mila euro, consentendo così una copertura di circa il 95% delle famiglie.
Ci sono altri fattori che contribuiscono alla formulazione dell’importo
- è riconosciuta una maggiorazione dell’importo a partire dal terzo figlio
- l’assegno unico viene corrisposto sottoforma di credito d’imposta o di erogazione mensile di una somma in denaro. Diversatamente dalle detrazioni per figli a carico, è corrisposto anche in assenza di imposte da pagare
- è diviso al 50% tra i genitori, in caso di separazione o divorzio è corrisposto al genitore affidatario (salvo accordo differente), se l’affido è congiunto l’assegno unico viene diviso tra i genitori in parti uguali
- per i figli disabili l’importo dell’assegno unico è maggiorato da un minimo del 30% a un massimo del 50% in base alle classificazioni della condizione di disabilità. Qualora dopo i 21 anni il figlio disabile rimane a carico dei genitori, l’assegno unico continua ad essere corrisposto ma senza la maggiorazione legata al grado di disabilità
- l’assegno unico è compatibile con la percezione del reddito di cittadinanza;
- l’importo dell’assegno unico non costituisce reddito e non viene conteggiato per la richiesta di prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali o di altri benefici previsti in favore dei figli con disabilità
Ecco nel dettaglio come viene calcolato l’assegno unico
- una quota fissa dai 50 ai 100 euro
- uno quota variabile che tiene conto dell’ISEE e che si annulla con cifre che superano i sessantamila euro
L’assegno unico per i figli ha delle maggiorazioni:
- del 20% a partire dal terzo figlio
- del 30% o anche al 50% per figli disabili.
L’importo dell’assegno unico per i figli under 21 avrebbe così a un importo mensile di 200 o anche 250 euro per ciascun figlio per le famiglie con reddito medio-basso.
Come funziona per i figli maggiorenni
Al compimento dei 18 anni e fino ai 21 anni si può richiedere che l’importo dell’assegno unico venga corrisposto direttamente al figlio, per favorirne la maggior autonomia.
La condizione affinché il figlio maggiorenne percepisca, lui stesso o il genitore, l’assegno unico è che durante i 3 anni il figlio frequenti un percorso di formazione scolastica o professionale, un corso di laurea,che svolga un tirocinio, che sia registrato come in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro oppure che svolga il servizio civile.
Nel caso in cui il figlio svolgesse un’attività professionale limitata, sarà stabilita tramite i decreti attuativi una soglia massima di reddito compatibile con la percezione dell’assegno unico.
Riassumendo, l’assegno unico potrà essere versato direttamente ai figli dai 18 ai 21 anni in una forma tuttavia ridotta se sussiste uno di questi requisiti:
- l’iscrizione all’università
- la frequentazione di un corso professionale
- lo svolgimento di un tirocinio
- il servizio civile universale
- lo svolgimanto di un lavoro con reddito basso (non è stato definito un tetto massimo).
Anche i figli maggiorenni disoccupati o in cerca di lavoro rientrano quindi nell’assegno unico e universale.
Cosa sostiuisce l’assegno unico
Affinché possa essere elargita qusta misura sono stati eliminati diversi contributi alla famiglia previsti finora, ecioè:
- le detrazioni per figli a carico e l’ulteriore detrazione di 1.200 euro per le famiglie con quattro figli, (restano invece quelle previste per il coniuge e per gli altri familiari a carico)
- l’assegno al nucleo familiare con almeno 3 figli minorenni
- gli assegni al nucleo familiare
- il premio alla nascita
- il contributo per gli assegni familiari versato dai datori di lavoro
- il fondo di sostegno alla natalità
Quali bonus rimarranno assieme all’assegno unico per i figli?
Ci sono delle misure di sostegno alle famiglie che rimarranno invariate anche dopo l’introduzione dell’Assegno unico 2021, vediamole:
- bonus asili nido
- congedi parentali e relative indennità
- la Carta famiglia (attivata solo nel 2020)
- il Fondo politiche per la famiglia
Sono inoltre mantenute tutte le detrazioni o deduzioni sulle spese sostenute per i figli a carico, come quelle mediche, scolastiche o sportive.