E’ chiamata anche la vitamina del sole e nell’ultimo decennio se ne sente parlare molto più spesso rispetto al passato. E’ la vitamina D.
Nonostante il suo indispensabile apporto di calcio nella formazione delle ossa, è sempre stata considerata una vitamina “di quarta serie”, nessuno si è mai preoccupato della sua carenza, anche per la semplicità con la quale si può reperire: il sole. Ma a metà del secolo scorso, l’urbanizzazione e il cambiamento degli stili di vita, hanno drasticamente ridotto il tempo di esposizione al sole e cambiato lo stile di vita. Per questo oggi la vitamina D viene si può assumere sinteticamente sotto forma di integratore.
Vediamo di cosa si tratta, quando si può assumere e per cosa serve.
Cos’è la vitamina D
La vitamina D è un nutriente che il nostro organismo produce grazie alla luce solare.
Si annovera, insieme alle vitamine A, E e K, tra le vitamine liposolubili. Fino agli anni Settanta era associata quasi esclusivamente al metabolismo osseo ed in particolare al rachitismo infantile. La dimostrazione della presenza della forma attiva della vitamina D, il calcitriolo, ha dato il via allo studio dei suoi esatti meccanismi di azione. Si è così scoperto che all’interno delle nostre cellule ci sono dei recettori della vitamina D. In particolare si trovano sulla membrana cellulare, dove fungono da serratura di sicurezza che si apre solo con una determinata chiave. Questa chiave è, appunto, la vitamina D. Le cellule dispongono in realtà di una serie di recettori per differenti sostanze, che sono presenti sia sulla membrana cellulare che all’interno della cellula stessa.
La svolta arriva proprio con la scoperta che i recettori della vitamina D si trovano non solo negli organi notoriamente coinvolti nel metabolismo osseo (intestino, reni, oltre alle ossa stesse), ma anche in molti altri organi. L’ipotesi che la forma attiva dell”ormone del sole”, il calcitriolo, venisse sintetizzata anche in queste cellule è stata provata negli anni seguenti attraverso numerose indagini scientifiche.
Proprietà della vitamina D
La vitamina D è veramente preziosa: è indispensabile per il calcio, per le ossa, e per molte altre parti del corpo dove si trovano dei ricettori di questa vitamina. E’ stato dimostrato che c’è relazione tra assorbimento di vitamina D e l’abbassamento dei rischi di tumore al seno, alle ovaie ed alla prostata. Da uno studio del National Cancer Institute è emerso che chi assume più D riduce della metà il rischio di ammalarsi di tumore, mentre bassi livelli influiscono sull’Alzheimer, sulla sclerosi multipla e sul morbo di Parkinson, persino sull’autismo. Ecco alcune delle sue proprietà:
- fa perdere peso e riduce il diabete facendo lavorare meglio l’insulina, che brucia i grassi
- riduce i rischi di problemi di cuore rafforzando la circolazione del sangue, rilassando le arterie e abbassando la pressione del sangue
- riduce i rischi di morte abbassando la percentuale di mortalità grazie al riequilibrio del benessere generale
- rafforza la struttura ossea aiutando l’assorbimento del calcio e prevenendo quindi l’osteoporosi e le fratture ossee
- aiuta a combattere i tumori rafforzando il sistema immunitario
Di quanta vitamina D ha bisogno l’uomo?
La nostra pelle, con l’aiuto della luce solare, è in grado di produrre sufficiente vitamina D per il nostro organismo. Tuttavia ci sono fattori che limitano questa capacità: l’età, la posizione del sole (il grado di latitudine del luogo in cui si risiede o si soggiorna), il colore della pelle ed in particolare lo stile di vita.
Quest’ultimo punto è il fulcro del problema: in tutto il mondo le popolazioni dei paesi industrializzati soffrono di carenza di vitamina D per effetto della crescente urbanizzazione e dei cambiamenti nello stile di vita ad essa legati. Approssimativamente si può affermare che almeno due terzi della popolazione che vive nell’emisfero nord presenta una carenza più o meno marcata di vitamina D, in particolare durante i mesi invernali. Il problema riguarda soprattutto le donne incinte e le madri che allattano, visto che devono rifornire di vitamina D se stesse e il proprio figlio.
Affinché il nostro organismo riceva apporti adeguati, i valori adeguati di vitamina D nel sangue che devono essere dai 30 ai 100 ng/ml . Al di sotto dei 30 ng/ml siamo già in una condizione di carenza che può condurre, a medio o lungo termine, anche a patologie croniche.
Come assumere la vitamina D
Stare 15 minuti al sole per quattro volte alla settimana basterebbero per assumere la dose raccomandata di vitamina D.
Questa vitamina si produce infatti per illuminazione diretta della pelle per effetto della luce solare, data da una reazione chimica di tipo fotochimico. La principale fonte dell’“ormone del sole” è la nostra pelle, se e quando viene esposta alle radiazioni UV-B.
La vitamina del sole si può assumere anche attraverso la dieta. L’olio di fegato di merluzzo ne contiene quantità significative. I pesci d’acqua fredda, come il salmone, contengono questa vitamina. Ma per coprire il nostro fabbisogno dovremmo mangiarne tre porzioni da 100 g al giorno. Allora si può intervenire con gli integratori.
Prima di assumere questa vitamina è però opportuno eseguire un esame del sangue volto a misurarne il dosaggio ed a verificare se ci sia un’effettiva carenza. E’ infatti fondamentale evitare il sovradosaggio che, a sua volta, è nocivo per la salute. Farsi consigliare dal proprio medico è sempre la strada migliore per capire se veramente si fa parte della popolazione che ha carenza della vitamina del sole ed in quale misura.